Un Sacco Bello (1980, Carlo Verdone)

Data di uscita: 19 gennaio 1980 (Italia)

Regista: Carlo Verdone

Sceneggiatura: Carlo Verdone, Piero De Bernardi, Leonardo Benvenuti

Anno: 1980

Casa di produzione: Medusa Distribuzione

Con Carlo Verdone, Mario Brega, Renato Scarpa, Veronica Miriel, Sandro Ghiani, Filippo Trincia 


Descrizione

Nella Roma ferragostana, dove l'asfalto si scioglie come gelato al sole e i sampietrini respirano solitudine, tre maschere moderne danzano il loro valzer tragicomico. Verdone plasma questi personaggi dalla creta dell'umanità romana, donando loro vita con la precisione di un archeologo dell'anima contemporanea.

Enzo, affabulatore seriale, insegue il miraggio di una Polonia che esiste solo nella sua mente febbricitante. Le sue bugie fioriscono nel caldo torrido come bouganville sui muri scrostati di Trastevere. Leo, mammone cronico con velleità da dongiovanni, corteggia una turista spagnola con la goffaggine sublime di chi non ha mai tagliato il cordone ombelicale. Ruggero, hippy spaesato tra incensi e filosofie orientali, si dibatte nel conflitto con una famiglia borghese più rigida del marmo dei palazzi nobiliari.

Le loro storie si rincorrono per vicoli deserti, dove Morricone intesse una partitura che sa di malinconia e granita al limone. Il "Palo della Morte" diventa altare pagano di questa commedia umana, mentre Leone osserva benevolo la nascita di un nuovo cantore della romanità.

«Sei proprio un regazzino, pieno de complessi, pieno de paure!» - la battuta risuona come una sentenza universale nelle strade vuote, mentre ogni personaggio insegue la propria chimera sotto un cielo di agosto implacabile.

Giudizio critico

Un Sacco Bello segna l'esordio di un nuovo linguaggio nella commedia italiana. Verdone, erede naturale della grande tradizione della maschera romana, reinventa il cinema di carattere con una sensibilità moderna e graffiante. Il film, prodotto da Sergio Leone, rappresenta un ponte tra la commedia all'italiana classica e una nuova forma di umorismo introspettivo. La capacità di Verdone di incarnare tre personaggi distinti con sottile maestria psicologica anticipa il futuro del cinema comico italiano, dove la risata nasce dall'osservazione acuta del quotidiano più che dalla farsa.

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