Toro Scatenato (Raging Bull, 1980, Martin Scorsese)

Data di uscita: 12 febbraio 1981 (Italia)

Regista: Martin Scorsese

Premi: Oscar al miglior attore, Oscar al miglior montaggio

Sceneggiatura: Paul Schrader, Mardik Martin

Budget: 18 milioni USD

Adattato da: Raging Bull: My Story

Con Robert De Niro, Joe Pesci, Cathy Moriarty, Coley Wallace, Frank Adonis 


Descrizione

Nel bianco e nero spietato di una New York che gronda violenza come sangue da un taglio sul sopracciglio, Jake LaMotta si muove come un predatore ferito. De Niro incarna questa furia primordiale con una metamorfosi che va oltre la semplice interpretazione: il suo corpo diventa campo di battaglia dove muscoli e grasso danzano una choreografia di autodistruzione.

Sul ring, dove la luce taglia l'aria densa di sudore come lame di rasoio, LaMotta è una forza della natura che trasforma ogni incontro in un rito pagano. I pugni volano nell'aria come preghiere distorte, mentre il sangue nebulizza l'atmosfera in una pioggia carminia. «Non mi hai mai battuto, Ray», ruggisce con il volto tumefatto, mentre la paranoia gli divora l'anima come acido.

La sua vita privata è un altro ring dove combatte fantasmi invisibili. Divora bistecche crude con la voracità di chi cerca di riempire un vuoto esistenziale, mentre il suo corpo si gonfia come un pallone di carne e rabbia repressa. Scorsese orchestra questa discesa agli inferi con la precisione di un chirurgo dell'anima, mentre la colonna sonora di Mascagni avvolge ogni scena in un sudario di tragedia italiana.

Nel finale, l'ex campione recita Shakespeare in uno squallido night club, trasformando il suo monologo allo specchio in un requiem per una gloria perduta. La sua voce roca echeggia nel vuoto come un ultimo gancio scagliato contro il destino.

Giudizio critico

Toro Scatenato rappresenta l'apice del cinema biografico americano, dove Scorsese trasforma la vera storia di Jake LaMotta in una moderna tragedia greca. Girato in un bianco e nero che ricorda le foto di Weegee, il film trascende il genere sportivo per diventare uno studio sulla natura autodistruttiva dell'uomo. La performance di De Niro, che aumentò 27 kg per le scene finali, rimane un esempio paradigmatico di metodo attoriale. L'opera continua a influenzare il cinema contemporaneo, dimostrando come la violenza fisica possa diventare metafora di un tormento interiore più devastante di qualsiasi pugno.

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