
The NewZealand Story
Titolo originale: ニュージーランドストーリー?
Piattaforma: Arcade, Amiga, Commodore 64, Nintendo Entertainment System, Sega Master System, ZX Spectrum, Sharp X68000, PC Engine, Sega Master System, Sega Mega Drive, Atari ST, Amstrad CPC, FM Towns
Data di pubblicazione: 1988
Genere: Platform
Sviluppo:Taito (arcade, Sega Mega Drive), Ving (FM Towns Marty), Software Creations (NES), TecMagik (Master System), SPS (Sharp X68000), Choice Software (home computer)
Un kiwi in missione: l'incipit di una leggenda
Settembre 1988. Il mondo dei videogiochi è un'arena dove i giganti regnano supremazia. Mario salta su tartarughe, Mega Man spara ai robot, e i "draghi" di Double Dragon prendono a pugni i criminali. Ma poi arriva The NewZealand Story, e con esso un kiwi – sì, un dannato uccello incapace di volare – che decide di riscrivere le regole del platform.
Taito ci consegna un protagonista che ti conquista al primo sguardo: Tiki, un piccolo kiwi con uno sguardo innocente e un coraggio da leone. Ma non lasciarti ingannare dall'aspetto da cartone animato. Questo gioco non è una passeggiata: è un campo di battaglia camuffato da sogno pastello.
La premessa è tanto semplice quanto folle: un tricheco psicopatico di nome Wally Walrus rapisce i kiwi di uno zoo di Auckland, ma Tiki riesce a sfuggirgli. Inizia così la sua missione, armato di arco e frecce, per salvare i suoi amici e la sua amata Phee-Phee, prigioniera del tricheco.
TNS è tutto tranne che banale. Ti trascina in un mondo che sembra uscito dalla mente di un artista in trip: livelli labirintici, nemici surreali e una difficoltà che ti farà maledire la tua stessa esistenza. Ma è proprio qui che il gioco si distingue: ti sfida, ti prende a schiaffi e poi ti invita a riprovare, come un allenatore crudele che sa che puoi fare di meglio.


Livelli, labirinti e l'arte del "morire bene"
TNS non è il solito platform. Ti lancia in ambienti che non scorrono semplicemente da sinistra a destra: qui tutto si sviluppa in verticale, orizzontale e persino in diagonale. Ogni livello è un intricato labirinto che ti costringe a esplorare, studiare e rischiare. La minimappa nell'angolo dello schermo è il tuo unico appiglio, ma non ti dice molto: la tua posizione è un puntino luminoso, e la gabbia che devi raggiungere è segnalata da un cartello con su scritto "EXIT". Il resto è puro caos.
E poi ci sono i nemici. Non aspettarti tartarughe o funghi saltellanti. In questo mondo surreale incontrerai orsetti punk, gatti con ali da pipistrello, batteri giganti e agnelli armati di cannoni. Se ciò non bastasse, il gioco ha un asso nella manica per chi perde tempo: un diavoletto con un forcone che appare appena suona un campanello d'allarme, urlandoti "Hurry Up!!". Non puoi ucciderlo, puoi solo scappare.
Tiki, però, non è del tutto indifeso. Armato inizialmente con arco e frecce infinite, può anche raccogliere nuove armi e bonus sparsi nei livelli. Inoltre, può rubare i veicoli ai nemici: palloni gonfiabili, mongolfiere e altri mezzi improbabili che ti permettono di volare. Ma attenzione: ogni mezzo ha i suoi limiti. Spesso finirai per precipitare rovinosamente, e il gioco non esiterà a punirti.
Un platform che ti sfida senza pietà
Non lasciarti ingannare dai colori pastello e dal design cartoonesco. The NewZealand Story non è un gioco per bambini. È un titolo che ti costringe a calcolare ogni salto, ogni colpo e ogni movimento. Tiki è fragile: basta un errore o un colpo nemico per perdere una vita, e ogni livello ti spinge al limite delle tue capacità.
Le sezioni subacquee sono un incubo a sé. Quando entra in acqua, Tiki indossa automaticamente una maschera e un boccaglio, ma il tempo è limitato. Un indicatore ti avvisa della quantità di ossigeno rimasta, e se non raggiungi la superficie in tempo, annegare sarà inevitabile. Come se non bastasse, il gioco ti permette di sputare l'acqua dal becco come arma contro i nemici. Un dettaglio divertente, ma che sottolinea quanto Taito abbia voluto rendere ogni aspetto del gameplay unico e impegnativo.
E poi c'è il sistema "EXTEND". Raccogliendo le sei lettere che formano questa parola, ottieni una vita extra. Ma non pensare che sia un'impresa facile: ogni lettera è nascosta nei livelli più pericolosi, e spesso dovrai rischiare tutto per raggiungerla.


Il livello nascosto: paradiso o punizione?
Tra le chicche più bizzarre di The NewZealand Story c'è il famigerato livello nascosto ambientato in paradiso. Se perdi l'ultima vita per colpa di un evento "fisico" — come cadere sugli aculei — negli ultimi tre livelli del gioco, vieni accolto da un messaggio che recita "Welcome to Heaven!".
Qui, Tiki si ritrova con un'aureola sopra la testa, in un paesaggio celestiale popolato da nemici altrettanto "angelici". Ma non farti ingannare dall'atmosfera divina: anche in paradiso ci sono trappole, aculei e un livello di difficoltà che non perdona. Alla fine del percorso, Tiki incontra niente meno che la Vergine Maria, in una scena che mescola il sacro e il surreale con l'iconica audacia dei videogiochi giapponesi degli anni '80.
Ecco il colpo di scena: se riesci a trovare l'uscita segreta di questo livello, il gioco ti permette di continuare senza dover inserire ulteriori crediti. Ricevi una vita extra e puoi riprendere da dove eri morto. È una ricompensa tanto rara quanto gratificante, che premia i giocatori più curiosi e determinati.
L'eredità di un piccolo kiwi immortale

Oggi, a oltre trent'anni dal suo debutto, The NewZealand Story rimane un simbolo dell'epoca d'oro degli arcade. La sua difficoltà brutale, il gameplay innovativo e il mondo surreale lo rendono un classico intramontabile. Non è un gioco che ti prende per mano: ti costringe a combattere, a sbagliare e a migliorare, un passo alla volta.
Tiki ci insegna che anche il più piccolo degli eroi può affrontare sfide titaniche. Ogni livello superato è una vittoria conquistata con il sudore, ogni vita extra un dono raro. E mentre attraversi labirinti, paradisi e incubi, impari che la determinazione è più forte di qualsiasi ostacolo.
Sasha Bazzov