The Last of Us - Stagione 2 - Episodio 1

Titolo episodio: Giorni Futuri
Data di uscita: 14 aprile 2025 (distribuzione su Sky Atlantic e NOW in Italia, HBO e Max negli Stati Uniti)
Genere: Drammatico, Post-apocalittico, Psicologico, Azione
Regia: Craig Mazin
Attori principali: Pedro Pascal, Bella Ramsey, Kaitlyn Dever, Isabela Merced, Gabriel Luna, Young Mazino
Durata: 54 minuti
Sceneggiatura: Craig Mazin, Neil Druckmann
Fotografia: Ksenia Sereda
Montaggio: Timothy A. Good
Produzione esecutiva: HBO, Sony Pictures Television, Naughty Dog, Word Games, PlayStation Productions

La prima stagione di The Last of Us si chiudeva con una verità nascosta dietro una bugia. Joel mente a Ellie per salvarla, e lei, forse già consapevole, risponde soltanto con un silenzioso e carico okay. È da quel momento sospeso che si apre la seconda stagione, ambientata cinque anni dopo, in un'America ancora più disillusa, dove la fatica di sopravvivere si accompagna alla difficoltà di convivere con le scelte passate.

Joel ed Ellie vivono ormai a Jackson, nel Wyoming. Una comunità che cerca di ricostruire una parvenza di civiltà, ma che non può nascondere le crepe interiori dei suoi abitanti. Il loro rapporto non è più quello di una volta. Non sono più padre e figlia adottivi, ma due persone che si muovono attorno a un legame incrinato, fatto di silenzi più che di parole. Pedro Pascal interpreta un Joel stanco, segnato, profondamente umano. Bella Ramsey, nei panni di Ellie, è più matura, consapevole, ma anche più distante e rabbiosa. Entrambi offrono interpretazioni intense, prive di eccesso, capaci di trasmettere fratture emotive profonde.

L'episodio sceglie un ritmo lento, quasi rarefatto. L'azione è ridotta al minimo, la tensione costruita attraverso l'atmosfera. Jackson è un luogo imbiancato dalla neve, ma non abbastanza da coprire le ombre. Ogni scelta registica è misurata. La luce, i movimenti di macchina, la composizione delle inquadrature: tutto contribuisce a un tono crepuscolare che richiama il western moderno. La sensazione è quella di un mondo che sopravvive a fatica, dove il pericolo non è solo fuori, ma anche dentro.

Una delle novità più evidenti rispetto al videogioco è la presenza di una terapeuta, con cui Joel intrattiene brevi ma significativi scambi. Non si tratta di un personaggio presente nel gioco, ma di un'aggiunta narrativa che amplia la dimensione psicologica del protagonista. Joel cerca di affrontare il proprio senso di colpa, ma le sue parole restano trattenute. L'episodio non forza mai la mano e lascia che siano i non detti a parlare.

Anche Ellie cerca la sua strada. La relazione con Dina, trattata con delicatezza, si scontra presto con i pregiudizi della comunità. La scena del ballo di Capodanno, in cui un uomo interviene con ostilità, è forse il momento più diretto e doloroso dell'episodio. Ci ricorda che l'odio non è stato spazzato via dal crollo della civiltà, ma vive ancora in chi non ha saputo cambiare. È una scelta narrativa forte, che aggiunge spessore al contesto sociale e rende Ellie ancora più vulnerabile e combattiva.

L'introduzione di Abby, interpretata da Kaitlyn Dever, è breve ma già significativa. Il suo dolore per la morte del padre, ucciso da Joel, è mostrato con misura. Non c'è bisogno di spiegazioni: basta uno sguardo, un gesto, per comprendere la direzione che prenderà la sua storia. Chi conosce il gioco sa che la sua figura sarà centrale, ma la serie riesce a introdurla con equilibrio, senza anticipare troppo, ma lasciando intuire la complessità morale che verrà.

L'episodio comprende anche una sequenza d'azione intensa e ben costruita, in cui Ellie e Dina affrontano un infetto durante una missione di pattugliamento. È uno dei rari momenti in cui la tensione esplode, ma lo fa senza mai perdere realismo. L'orrore è asciutto, privo di enfasi. L'infetto sembra più intelligente, più strategico. Un dettaglio che lascia intravedere un possibile sviluppo sul fronte biologico, ma che per ora resta solo un accenno.

Rispetto al videogioco, l'episodio resta fedele ai momenti chiave ma introduce molte scene originali. Questo arricchimento, pur apprezzabile, comporta anche una perdita. Nel passaggio da interattività a visione lineare, parte dell'impatto emotivo si attenua. Dove nel gioco si vivevano le scelte dall'interno, qui si osservano. La narrazione, per forza di cose, diventa più esplicita. Laddove bastava un oggetto abbandonato o una stanza vuota per raccontare una tragedia, ora servono dialoghi, confronti, spiegazioni. Il risultato è una scrittura solida, ma a tratti meno incisiva.

Nonostante questo, l'episodio riesce a costruire una base emotiva molto forte. La seconda stagione non inizia con un'esplosione, ma con un sussurro. È un'apertura meditativa, che sceglie di scavare nei personaggi prima di far esplodere il conflitto. È una scelta rischiosa, ma coerente con lo stile della serie. La vendetta, la perdita, l'amore e la colpa continuano a essere i temi centrali. E tutto ci fa pensare che la tempesta è solo all'inizio.

Sasha Bazzov


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