
Shining (The Shining, 1980, Stanley Kubrick)
Data di uscita: 22 dicembre 1980 (Italia)
Regista: Stanley Kubrick
Sequel: Doctor Sleep
Scritto da: Stephen King
Adattato da: Shining
Anno: 1980
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Barry Nelson
Descrizione
Nell'Overlook Hotel, dove l'isolamento si cristallizza come ghiaccio nelle ossa, Kubrick trasforma un dramma familiare in un vortice di follia ipnotica. I Torrance diventano custodi inconsapevoli di un edificio che digeste anime come un leviatano affamato.
Jack Nicholson plasma Jack Torrance con una metamorfosi che trasforma la noia in delirio, mentre la Duvall incarna una Wendy che vibra di terrore come corda di violino troppo tesa. Il piccolo Danny attraversa i corridoi infiniti sul suo triciclo, i suoi poteri psichici che pulsano come un faro nella tempesta.
L'hotel stesso respira, i suoi corridoi si contorcono come intestini architettonici, mentre l'ascensore vomita cascate di sangue. «Il mattino ha l'oro in bocca» scrive ossessivamente Jack - frase motivazionale più fraintesa dai tempi di "Carpe Diem" in un corso di pesca - trasformando un mantra motivazionale in presagio di follia. Le gemelle assassinate appaiono come spettri della coscienza collettiva: «Vieni a giocare con noi, Danny. Per sempre, per sempre...»
«Redrum» si riflette nello specchio della pazzia, mentre «Ecco Johnny!» esplode attraverso il legno scheggiato come un urlo primordiale. Il labirinto ghiacciato diventa arena finale dove la follia si cristallizza in tragedia.
Giudizio critico
Shining rappresenta l'apice del cinema psicologico dove Kubrick trascende il genere horror per creare un'opera sull'isolamento e la disintegrazione mentale. La precisione clinica della regia, unita all'uso rivoluzionario della steadicam, crea un'atmosfera di inquietudine crescente dove ogni inquadratura è studiata per massimizzare il disagio dello spettatore. Le performance del cast, in particolare quella di Nicholson, bilanciano perfettamente realismo psicologico e delirio visionario. Il film si configura come un capolavoro di tensione psicologica che continua a influenzare il linguaggio cinematografico contemporaneo.