
Scontro tra Titani (Clash of the Titans, 1981, Desmond Davis)
Data di uscita: 12 giugno 1981 (Stati Uniti)
Regista: Desmond Davis
Case di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Warner Bros., Legendary Pictures, Titan Productions, Peerford Ltd.
Budget: 15 milioni USD
Adattato da: Mitologia greca
Con Laurence Olivier, Claire Bloom, Maggie Smith, Ursula Andress, Jack Gwillim, Susan Fleetwood
Descrizione
L'Olimpo si erge come una fortezza di nubi e ambizioni divine, mentre Zeus tesse le sue trame con la precisione di un ragno cosmico. Il suo sguardo attraversa il velo tra divino e mortale, scrutando il destino di suo figlio Perseo con l'interesse di un dio che gioca con pedine umane.
Le terre di Argo si dipanano sotto un cielo gravido di presagi. Perseo si muove in questo paesaggio mitico come un eroe riluttante, i suoi occhi ancora ingenui di fronte alla vastità del suo destino. Il suo cammino è segnato da doni divini: un elmo che rende invisibile come il respiro degli dei, uno scudo lucente come lo specchio del fato.
Andromeda attende il suo destino, incatenata alla roccia come una preghiera di marmo. Il mare si gonfia di attesa mentre il Kraken emerge dalle profondità come un incubo primordiale. Le creature di Harryhausen danzano la loro ballata meccanica, ogni movimento un piccolo miracolo di artigianato e pazienza.
I corridoi del regno di Medusa serpeggiano come vene di pietra nell'oscurità. Il suo sguardo è veleno cristallizzato, mentre i suoi capelli di serpente sibilano antiche maledizioni. Calibos si aggira nelle ombre come un rimpianto fatto carne, le sue grida sono echi di gloria perduta.
Il finale esplode in una sinfonia di bronzo e destino, mentre Perseo solleva la testa di Medusa come un faro di salvezza pietrificante. Il Kraken si erge dalle onde come una montagna di squame e furia, prima di trovare la sua eternità nella pietra.
Giudizio critico
Scontro tra Titani rappresenta l'ultimo grande trionfo della stop-motion classica. Con un budget di 15 milioni di dollari, il film incassò oltre 41 milioni al botteghino americano. L'opera di Harryhausen, seppur datata tecnicamente, mantiene un fascino artigianale che nessuna CGI può eguagliare. Il film resta un monumento alla magia del cinema analogico, dove ogni movimento delle creature è frutto di pazienza e maestria artistica.