Santanchè riflette sulle dimissioni

«SANTI TACCHI A SPILLO E TUTTI I CASSINTEGRATI DEL PURGATORIO!» 

Eccomi qui, Libero Cacchio, con il mio caffè corretto grappa - oggi ottuplo, che serve una distilleria intera per digerire lo show della Santanchè alla Camera. Come diceva il mio amato Tacito: "Corrumpere et corrumpi saeculum vocatur" - corrompere ed essere corrotti si chiama spirito dei tempi.

La nostra ministra del Turismo, quella del Twiga e delle borse firmate, ha fatto un discorso che neanche Maria Antonietta quando parlava di brioche. O come direbbe il vecchio Svetonio parlando di Caligola: "Si vantava più dei suoi sandali che delle sue opere".

"Sono l'emblema di ciò che detestate", ha detto lei, fiera come una Messalina moderna. E ha ragione: tacchi da 12 centimetri, borse griffate e un'indagine per truffa sulla cassa Covid come accessorio coordinato. Mi ricorda tanto quel passo di Giovenale: "Difficile est saturam non scribere" - è difficile non scrivere una satira.

E dove erano Meloni, Salvini e Tajani durante il suo momento di gloria? Spariti, volatilizzati, come i contributi previdenziali delle sue aziende. Come diceva il mio caro Cicerone: "O tempora, o mores!" - e qui di mores ne abbiamo visti ben pochi.

Il bello è che ha pure fatto l'elenco dei politici indagati e poi assolti, come se stesse leggendo il menu di un ristorante stellato. Sembra quasi di sentire Seneca: "Errare humanum est, sed perseverare diabolicum" - e di perseveranza qui ne abbiamo vista fin troppa.

Vaffanculo, mi verso un altro grappino, che oggi non bastano neanche tutti i cocktail del Twiga per dimenticare questa passerella parlamentare in tacchi a spillo. Come diceva il mio vecchio professore di latino: "In vino veritas, in acqua sanitas" - ma qui di verità ne abbiamo sentite davvero poche.

Libero Cacchio,
(che una volta insegnava Storia, prima che lo allontanassero per aver paragonato certi politici moderni agli imperatori romani - con le dovute scuse agli imperatori)