Sanremo 2025, Terza Serata: Il Festival dell’Ovvietà Continua a Marciare

Eccomi qui, Libero Cacchio, sopravvissuto anche alla terza serata di Sanremo 2025. Che dire?

Sanremo è la più grande illusione collettiva d'Italia dopo la meritocrazia. Ogni anno ci convincono che sia un evento imperdibile, e ogni anno ci ritroviamo davanti a uno spettacolo che oscilla tra il karaoke di lusso e il teatro dell'assurdo. La terza serata non ha fatto eccezione: Carlo Conti, sempre più simile a un'intelligenza artificiale programmata per sorridere e annuire, ha guidato il circo con la calma di un uomo che sa di aver già intascato il compenso. 

La Top 5: la Roulette dell'Inconsistenza

Dopo una serie di esibizioni che hanno alternato il mediocre al soporifero, il televoto ha sputato fuori la sua verità: Coma_Cose, Brunori Sas, Irama, Olly e Francesco Gabbani. Una selezione che sembra frutto di un algoritmo progettato per non scontentare nessuno. Olly si commuove perché il pubblico è in piedi per lui, e noi ci chiediamo se fossero davvero in piedi o semplicemente in fuga verso il bar.

Voto: 7 per il talento complessivo, 3 per la sorpresa, 9 per la prevedibilità.

Settembre vince le Nuove Proposte: Chi è? Boh, ma ha vinto.

La finale delle Nuove Proposte ha visto Settembre (nome d'arte che sembra scelto tirando a sorte tra i mesi sul calendario) sfidare Alex Wyse. Trionfa con Vertebre, un brano che probabilmente dimenticheremo più in fretta di una password complicata. Oltre alla vittoria, Settembre si porta a casa anche il Premio della Critica Mia Martini e il Premio Lucio Dalla, perché a Sanremo c'è sempre un premio di consolazione per tutti.

Voto: 8 per la canzone, 6 per l'originalità, 10 per la capacità di infilarsi nei favori della giuria.

Duran Duran: Archeologia Musicale in Diretta

Dopo 40 anni dalla loro storica ospitata del 1985, i Duran Duran tornano su questo palco, accompagnati da Victoria De Angelis dei Måneskin, probabilmente per cercare di succhiare un po' di giovinezza dalla nuova generazione. Simon Le Bon canta con l'entusiasmo di un uomo che ha appena scoperto di aver dimenticato il gas aperto a casa. L'Ariston finge entusiasmo, ma sotto sotto tutti si domandano se il playback non fosse un'opzione più dignitosa.

Voto: 9 per la nostalgia, 5 per l'energia, 3 per il tentativo disperato di sembrare ancora rilevanti.

Katia Follesa, la Comica che Salva la Baracca

In mezzo a tanta seriosità, Katia Follesa è l'unica a ricordarci che si può ancora ridere. Ironizza sulla Ferragni: "Non ci sono monologhi questa sera. Neanche una lettera alla me bambina?", sfodera un cartello con scritto "Voglio sposare Simon Le Bon", e ci regala almeno un momento genuinamente divertente.

Voto: 9 per il coraggio, 10 per l'umorismo, 100 per aver detto quello che tutti pensano.

Iva Zanicchi e il Premio alla Carriera: Quando il Passato è Meglio del Presente

Iva Zanicchi riceve il Premio alla Carriera e con la sua solita verve esclama: "Meglio da viva che da morta". Ha ragione: a differenza di molti presenti, lei almeno sa cantare. Il suo medley è una lezione di storia musicale, un promemoria di quando le voci si riconoscevano senza bisogno di auto-tune e basi preconfezionate.

Voto: 10 per la voce, 8 per la lezione di stile, 12 per aver dimostrato che il talento vero non invecchia.

Conclusione: Il Nulla Avanza, ma Continuiamo a Guardarlo

La terza serata di Sanremo 2025 è stata l'ennesima dimostrazione che questo Festival è diventato l'equivalente musicale di un cinepanettone: lo guardiamo sapendo già cosa accadrà, ma ci ostiniamo a partecipare al rito. Tra standing ovation telecomandate, lacrime a comando e momenti di autocelebrazione, il Festival continua a essere l'unica guerra che perdiamo volentieri ogni anno.

Voto finale: Sanremo è come un bicchiere di Tavernello caldo: sai che ti farà male, ma lo bevi lo stesso.

Libero Cacchio, con il fegato ormai compromesso e pronto alla terza serata.

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