SANREMO 2025, SECONDA SERATA: L’INFERNO HA UN NOME E SI CHIAMA ARISTON
Eccomi qui, Libero Cacchio, sopravvissuto alla seconda serata di Sanremo 2025 come un reduce di guerra che non sa spiegare come sia ancora in piedi.
Se la prima serata ci aveva regalato il Papa in diretta, Jovanotti in modalità "zucchero filato umano" e Fedez con gli occhi da indemoniato, la seconda ha deciso di superare ogni limite di sopportazione umana.
Un circo emotivo senza capo né coda, con momenti di lirismo forzato alternati a sketch che sembravano scritti da un'intelligenza artificiale programmata per sabotare l'intrattenimento.
Ma andiamo con ordine, perché il delirio merita di essere raccontato nei dettagli.

CARLO CONTI INCORONATO RE DELL'OVVIO: IL CORO DELL'ARISTON È UN RITO PAGANO
Sanremo parte con un'ovazione per Carlo Conti, che il pubblico osanna intonando "Sei bellissimo".
Ecco, fermiamoci un attimo. Carlo Conti è tante cose: un professionista impeccabile, un uomo dal colorito stabile, un conduttore che non sbaglia un colpo. Ma definirlo "bellissimo" è un abuso del concetto di estetica.
Lui sorride, ringrazia, e continua a vendere l'illusione che quello che sta accadendo sia normale.
Voto: 10 per la devozione del pubblico, 2 per la realtà alternativa in cui viviamo.
CRISTIANO MALGIOGLIO: IL SUO STRASCICO È PIÙ LUNGO DELLA SERATA
Malgioglio entra e il tempo si ferma.
Indossa uno strascico di 50 metri, che probabilmente ha seppellito qualche orchestrale nel backstage. Recita il suo monologo interiore senza che nessuno glielo abbia chiesto, sbaglia i nomi dei cantanti e parla di sé con la sicurezza di chi sa benissimo che nessuno avrà il coraggio di fermarlo.
A un certo punto, ho temuto che annunciasse direttamente la sua candidatura a presidente della Repubblica.
Voto: 10 per la teatralità, 0 per la capacità di lasciare spazio agli altri.
BIANCA BALTI: LA REGINA DI STILE CHE SALVA LA SERATA (QUASI)
Quando entra Bianca Balti, finalmente qualcosa di bello da guardare che non sia la pubblicità degli orologi.
Si presenta con un abito piumato da diva hollywoodiana, ma soprattutto con l'unica battuta degna di nota della serata:
"Grazie Carlo per avermi fatto uscire prima di Malgioglio, perché sapete che le piume le ha copiate da me."
Se Sanremo fosse fatto di gente con questa autoironia, forse non starei bevendo il terzo bicchiere di amaro.
Voto: 10 per la battuta, 8 per la resistenza psicologica.
NINO FRASSICA: L'ASSURDO CHE DIVENTA PREVEDIBILE
Frassica arriva vestito come Malgioglio, con un ciuffo nero che sfida le leggi della fisica e della decenza.
Poi spara la frase che riassume perfettamente l'inutilità della suspense a Sanremo:
"Signore e signori, vince… si sa da novembre!"
E ha ragione. Tra spoiler, FantaSanremo e previsioni dei bookmaker, ormai l'unico vero mistero del Festival è capire quanto durerà la pubblicità.
Voto: 8 per la comicità, 10 per aver detto la verità.
DAMIANO DAVID E L'OMAGGIO A LUCIO DALLA: IL MOMENTO "LACRIME A COMANDO"
Ecco il classico momento strappalacrime preconfezionato.
Damiano David, Alessandro Borghi e il nipote di Lucio Dalla si lanciano in un'interpretazione di "Felicità".
Il pubblico si scioglie, l'Ariston diventa un raduno spirituale, e io mi chiedo se piangono per l'emozione o per il fatto che il Festival durerà altre tre ore.
Voto: 10 per la canzone, 5 per la spontaneità inesistente.
NUOVE PROPOSTE: CHI SE LI RICORDERÀ TRA DUE GIORNI?
Dopo una gara che ha l'energia di un ascensore bloccato tra due piani, passano in finale:
🎤 Alex Wyse con "Rockstar"
🎤 Settembre con "Vertebre"
Ora, domanda seria: qualcuno si ricorda i vincitori delle Nuove Proposte degli ultimi cinque anni? No? Appunto.
Voto: 6 per il talento, 3 per la rilevanza futura.
I BIG PIÙ VOTATI: UNA CLASSIFICA CHE SFIDA IL BUON SENSO
Ecco i cinque artisti più votati della serata:
🎤 Giorgia – Perfetta come sempre. No, sul serio, è umana?
🎤 Simone Cristicchi – Un poeta, certo, ma siamo sicuri che la gara sia il suo habitat naturale?
🎤 Fedez – Ancora in cosplay da demone emo.
🎤 Achille Lauro – Ancora qui a sfidare il concetto stesso di normalità.
🎤 Lucio Corsi – Finalmente un po' di freschezza.
Voto: 8 per la qualità, 6 per la prevedibilità.
I MOMENTI SERI: SANREMO SI RICORDA CHE ESISTE LA REALTÀ
Tra un monologo e un outfit assurdo, c'è stato spazio per messaggi contro la violenza sulle donne.
Finalmente un momento che vale la pena di essere ascoltato, senza la solita retorica da manuale di buone intenzioni.
Voto: 10 per l'importanza, 9 per la gestione sobria.
CONCLUSIONE: SANREMO È IL CIRCO DEL NONSENSE, MA NON NE SCAPPEREMO MAI
Dopo due serate, posso dirlo con certezza: Sanremo è una droga legale.
Ci lamentiamo, ci indigniamo, diciamo che non lo guarderemo più… e poi siamo lì, incollati allo schermo, a twittare con rabbia mentre Malgioglio inciampa nel suo stesso strascico.
E quindi avanti con la terza serata. Il tunnel è lungo e buio, ma ormai ci siamo dentro fino al collo.
Voto Finale: Sanremo è come un pranzo coi parenti tossici: interminabile, pieno di discussioni inutili, e alla fine canti lo stesso.
Libero Cacchio, con il fegato ormai compromesso e pronto alla terza serata.