Possession (1981, Andrzej Żuławski)

Data di uscita: 27 maggio 1981 (Francia)

Regista: Andrzej Żuławski

Lingue: Tedesco, Francese, Inglese

Budget: 2,4 milioni USD

Casa di produzione: Gaumont

Con Isabelle Adjani, Sam Neill, Heinz Bennent, Margit Carstensen, Carl Duering, Johanna Hofer


Descrizione

Berlino Ovest si erge come un monumento alla follia umana, le sue strade grigie serpeggiano tra palazzi feriti dalla storia. In questo labirinto di cemento e paranoia, una coppia danza il proprio valzer di autodistruzione.

Mark e Anna si muovono come marionette impazzite in un teatro dell'assurdo. I loro corpi vibrano di una tensione che trasforma ogni gesto in un rito pagano, ogni parola in un'invocazione a dei oscuri. Neill interpreta Mark come un uomo sull'orlo del baratro, i suoi occhi sono pozzi di disperazione che riflettono l'abisso della sua anima frantumata.

La metropolitana diventa cattedrale profana per l'epifania di Anna. Adjani si contorce come una sibilla posseduta, il suo corpo un vaso di Pandora che si spacca liberando orrori innominabili. Il suo urlo squarcia il velo della realtà come un lampo in una notte senza stelle.

L'appartamento berlinese nasconde segreti più profondi delle catacombe della città. Tra le sue pareti, la carne si fa argilla nelle mani di un dio folle, mentre tentacoli danzano una sarabanda oscena. Il mostro di Rambaldi emerge come un incubo lovecraftiano partorito dall'inconscio collettivo della Guerra Fredda.

Il finale esplode in una sinfonia di carne e metallo, mentre la realtà si piega come un origami impossibile. La città stessa sembra respirare al ritmo di questa pazzia orchestrata, mentre i protagonisti precipitano in un vortice di metamorfosi e rivelazioni.

Giudizio critico

Possession rappresenta l'apice del cinema di rottura degli anni '80. Żuławski crea un'opera che trascende i confini del genere horror per diventare una meditazione sulfurea sulla natura dell'amore e della follia. Nonostante il budget limitato, il film si è imposto come pietra miliare del cinema visionario, con la performance di Adjani che le valse il premio come Miglior Attrice a Cannes. La sua influenza sul cinema di genere continua a riverberare come un'eco in un tunnel infinito.

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