Paris, Texas (1984, Wim Wenders)

Data di uscita: 4 novembre 1984 (Italia)

Regista: Wim Wenders

Cinematografia: Robby Müller

Sceneggiatura: Wim Wenders, Sam Shepard, L. M. Kit Carson

Musiche: Ry Cooder

Con Harry Dean Stanton, Hunter Carson, Justin Hogg, Nastassja Kinski, Dean Stockwell


Descrizione

Il deserto texano si stende come un sudario infinito sotto un cielo di rame. Travis Henderson emerge dal nulla, un fantasma di carne e ossa che trascina i suoi stivali consumati attraverso la polvere del tempo. Il suo volto, scavato come un canyon, porta i segni di un esilio autoimposto.

L'America scorre oltre i finestrini come un fiume di asfalto e neon. Ogni stazione di servizio è un confessionale laico, ogni motel un purgatorio temporaneo dove le anime stanche cercano riposo. La slide guitar di Ry Cooder accarezza il silenzio, trasformando la solitudine in note liquide che scivolano nella notte.

Jane appare dietro il vetro del peep show come una Madonna profana vestita di rosso. Il suo sguardo, interpretato da una magnetica Nastassja Kinski, perfora le difese di Travis come un raggio di luna attraverso le crepe di un muro in rovina. La loro confessione a senso unico diventa un requiem per un amore sepolto sotto anni di silenzio.

Travis cerca di ricucire gli strappi del passato in un viaggio che attraversa non solo stati, ma stati d'animo. Le strade infinite del Texas diventano le vene di un'America che pulsa di sogni infranti e speranze rinnovate. Il finale lo vede allontanarsi ancora una volta, ma ora il suo vagare ha un senso, come una preghiera sussurrata al vento del deserto.

Giudizio critico

Wenders dipinge un'elegia americana dove il silenzio parla più forte delle parole. La sua regia trasforma un road movie in una meditazione sulla perdita e la redenzione. Stanton incarna Travis con una intensità che brucia lo schermo, mentre la fotografia di Robby Müller trasforma il paesaggio americano in una tela metafisica. Un film che respira con il ritmo lento del deserto, dove ogni fotogramma è una poesia visiva sulla solitudine umana.

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