Meloni indagata a Roma per favoreggiamento e peculato

«SANTI MINISTRI E TUTTI I BUROCRATI DELL'APOCALISSE!»

Eccomi qui, Libero Cacchio, con il mio caffè corretto grappa - oggi settuplo, che serve una distilleria intera per digerire questa storia del generale libico rispedito a casa come un souvenir indesiderato. La nostra premier Meloni, insieme alla sua corte ministeriale, è indagata per favoreggiamento e peculato. E come una moderna influencer, ha pure fatto un video sui social mostrando l'avviso di garanzia come fosse una medaglia al valore.

E chi era questo Almasri? Ah, solo il capo della polizia giudiziaria di Tripoli, ricercato dalla Corte dell'Aja per "crimini contro l'umanità". Roba da far impallidire Dante: torture, violenze, cinquemila prigionieri nel carcere di Mitiga, persino un bambino di cinque anni tra le vittime. Ma noi che facciamo? Gli regaliamo un viaggio di stato come fosse un premio fedeltà.

Nordio poteva chiedere una misura cautelare, ma ha preferito contemplare il soffitto del ministero come un monaco zen in meditazione. E ora si ritrovano tutti indagati: Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano. Un poker di ministri che rischia di finire al Tribunale dei ministri.

Vaffanculo, mi verso un altro grappino, che oggi non basta neanche tutto il whisky scozzese per digerire questa storia di "ragioni di sicurezza" che

Libero Cacchio,
(che una volta insegnava Storia, prima che lo allontanassero per aver paragonato certe "ragioni di Stato" ai racconti fantastici dei suoi studenti bocciati: elaborati ma poco convincenti) 

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