La Scelta di Sophie (Sophie's Choice, 1982, Alan J. Pakula)

Descrizione

Brooklyn si stende come un sudario grigio sul dopoguerra, mentre Sophie Zawistowski trascina i suoi fantasmi per strade dove anche l'aria sa di rimpianto. Il suo accento polacco taglia l'inglese come un coltello spuntato, ogni parola un ponte fragile tra due mondi irriconciliabili.

Le notti della città pulsano al ritmo del jazz, ma Sophie danza con ombre più antiche. Nathan Landau orbita attorno a lei come una stella impazzita, il suo amore brucia con l'intensità di una febbre tropicale. La loro relazione si contorce come una fiamma in tempesta, bella e letale.

Stingo osserva questo valzer di dannati con occhi vergini del Sud, raccogliendo frammenti di verità come conchiglie su una spiaggia dopo la tempesta. La sua innocenza si sgretola mentre Sophie svela, goccia a goccia, il veleno dei suoi ricordi.

I flashback di Auschwitz squarciano il presente come lampi in una notte senza stelle. La "scelta" emerge dalle nebbie della memoria: un momento cristallizzato nel dolore, dove l'impossibile diventa necessità e l'anima si spezza in mille schegge taglienti.

Il finale precipita come una valanga di verità troppo pesanti da sostenere. Sophie e Nathan danzano il loro ultimo ballo sulle note di un requiem che solo loro possono sentire, mentre Brooklyn si chiude su di loro come un sipario di pioggia e rimorsi.

Giudizio critico

La Scelta di Sophie rappresenta il vertice del cinema drammatico degli anni '80. Con un budget di 8 milioni di dollari, il film vinse l'Oscar per Meryl Streep come Miglior Attrice. L'opera di Pakula trascende il semplice racconto dell'Olocausto per diventare una meditazione universale sul peso insostenibile della colpa e della memoria.