La ragazza nella Nebbia

IL TEATRO DELLE OMBRE

La nebbia come palcoscenico

La nebbia non è un semplice elemento atmosferico in La ragazza nella nebbia, ma il sipario che si alza su una tragedia umana. Donato Carrisi ci conduce ad Avechot, un paesino sperduto tra le montagne, dove l'aria è densa di incertezze e le strade si perdono nel vuoto. È qui che tutto accade e, al tempo stesso, nulla è come sembra.

La nebbia è il primo personaggio del romanzo. È qualcosa che confonde, che nasconde, ma che, paradossalmente, costringe a guardare più da vicino. Ogni volto, ogni gesto, ogni parola diventa sospetto. È il simbolo della manipolazione, della distorsione della realtà. Carrisi la usa per mettere in discussione la percezione del lettore, per insinuare il dubbio e per giocare con il confine tra ciò che è vero e ciò che è costruito.

Non è un caso che il romanzo si apra con una scena che sembra uscita da un incubo: l'agente Vogel, macchiato di sangue, ma senza memoria di ciò che gli è accaduto. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo come un pendolo, rivelando frammenti di una vicenda che solo alla fine si compone in un quadro completo – eppure mai del tutto nitido.

Vogel: la giustizia come spettacolo

Agente speciale di polizia, Vogel è il protagonista e insieme l'antagonista della storia. È un uomo che incarna la modernità più cinica, dove la giustizia non è più ricerca della verità, ma costruzione di una narrazione. Non gli interessa scoprire chi ha rapito Anna Lou, la quindicenne scomparsa nel nulla: ciò che conta è creare il caso mediatico perfetto, il colpevole ideale, la trama che catturi l'attenzione delle masse.

Vogel è un uomo privo di scrupoli, ma anche di illusioni. Sa esattamente come funzionano i meccanismi della società dello spettacolo e li sfrutta con una precisione glaciale. È un burattinaio, e i media sono i suoi fili. L'opinione pubblica è il suo pubblico, affamato di emozioni forti e risposte immediate.

Eppure, Carrisi non lo condanna del tutto. Vogel è un prodotto del suo tempo, una creatura del sistema. Attraverso di lui, l'autore ci costringe a confrontarci con una verità scomoda: quanto siamo complici di questa spettacolarizzazione della sofferenza? Quanto ci piace indignarci, puntare il dito, consumare tragedie come fossero intrattenimento?

Anna Lou: l'assenza che pesa

Anna Lou è il cuore vuoto attorno a cui ruota tutta la narrazione. Una ragazza scomparsa, una figura che conosciamo solo attraverso le parole degli altri. È idealizzata, giudicata, fraintesa. È la vittima perfetta, l'angelo caduto, ma anche un enigma.

Carrisi gioca con la costruzione della sua immagine: Anna Lou non è mai davvero presente. La sua assenza diventa un'ossessione, un vuoto che tutti cercano di riempire con le proprie paure, i propri pregiudizi, le proprie fantasie. Ma chi era davvero? Una ragazza innocente o una giovane donna con segreti da nascondere?

Attraverso Anna Lou, Carrisi esplora il tema dell'identità, del modo in cui le persone vengono definite dagli altri. Anna Lou non è solo una persona, ma uno specchio. Riflette le colpe, le insicurezze e i fallimenti di chi la circonda.

La verità come merce

Il vero protagonista di La ragazza nella nebbia non è né Vogel né Anna Lou. È la verità – o meglio, la sua assenza. Carrisi costruisce un romanzo in cui la verità non è un punto di arrivo, ma un oggetto manipolabile, una merce da vendere al miglior offerente.

Ogni personaggio ha la propria versione dei fatti, e nessuno è completamente affidabile. La narrazione stessa è un gioco di specchi, in cui ogni rivelazione sembra portare più lontano dalla soluzione. Non importa chi sia davvero colpevole: ciò che conta è la percezione del pubblico, la storia che si riesce a vendere.

Carrisi non si limita a raccontare una trama: ci invita a riflettere su cosa significa davvero "sapere." La verità, nel suo romanzo, è sempre parziale, sempre contaminata. È un'arma, uno strumento di potere. E noi, come lettori, siamo costretti a fare i conti con il nostro desiderio di certezze, con la nostra sete di risposte.

PERCHÉ LEGGERLO

La ragazza nella nebbia non è solo un thriller: è un viaggio nell'oscurità. È un romanzo che ci costringe a confrontarci con ciò che non vogliamo vedere, con le ombre che si nascondono dietro ogni sorriso, ogni parola, ogni notizia.

Carrisi scrive con una precisione spietata, costruendo una storia che non lascia scampo. La sua prosa è ipnotica, il suo ritmo implacabile. Ogni capitolo è una lama che incide più a fondo, rivelando strati sempre più inquietanti.

Ma ciò che rende questo libro davvero unico è il suo messaggio. Carrisi non ci offre una soluzione facile, un lieto fine. Ci lascia con domande, con dubbi, con un senso di inquietudine che persiste anche dopo l'ultima pagina.

Leggere La ragazza nella nebbia significa accettare di perdersi, di entrare in un labirinto senza uscita. Significa guardare negli occhi il lato più oscuro della società – e di noi stessi. È un'esperienza che non si dimentica.

Sasha Bazzov

NDR

Adattato per il cinema e diretto dallo stesso Donato Carrisi, "La ragazza nella nebbia" è un bel thriller che non sacrifica molto del libro di partenza, e si avvale delle interpretazioni, sempre di alto di livello, di Toni Servillo e di un inedito Jean Reno.

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