
Inferno (1980, Dario Argento)
Data di uscita: 7 febbraio 1980 (Italia)
Regista: Dario Argento
Adattato da: Suspiria, Suspiria De Profundis
Lingue: Inglese, Latino, Italiano
Budget: 3 milioni USD
Anno: 1980
Con Eleonora Giorgi, Alida Valli, Leopoldo Mastelloni, Gabriele Lavia, Feodor Chaliapin Jr.
Descrizione
In un palazzo newyorkese dove l'architettura si contorce come un incubo febbrile, Rose Elliot scopre un volume tanto antico quanto letale. «Mater Tenebrarum regna qui!» sussurra il testo tra le pagine ingiallite, mentre nelle fondamenta dell'edificio l'acqua nasconde segreti più oscuri del petrolio.
L'architetto Varelli, demiurgo di spazi impossibili e cultore di arti proibite, ha plasmato un edificio che è più trappola che dimora. I corridoi si snodano come intestini di pietra, mentre felini dagli occhi di brace scivolano tra ombre cangianti. La cantina allagata diventa teatro acquatico per rituali dimenticati, dove i libri sussurrano promesse di morte con voci di carta marcita.
Mark Elliot, studente di musica dal volto perpetuamente stupefatto, viene risucchiato in questo vortice di eventi sovrannaturali dove la logica si scioglie come cera al sole. Ogni stanza nasconde un enigma, ogni specchio riflette un incubo, mentre le Tre Madri tessono trame oscure nei recessi più profondi dell'edificio.
Keith Emerson accompagna questa discesa negli abissi con una partitura che graffia l'anima come unghie su lavagna cosmica. Il palazzo stesso respira, pulsa, divora i suoi abitanti in un crescendo di orrore technicolor.
Il finale esplode in un'apoteosi di fiamme dove la strega si consuma lentamente, mentre l'edificio collassa su se stesso come un sogno al risveglio.
Giudizio critico
Inferno rappresenta uno dei punti più alti dell'esoterismo argentiano, dove l'horror trascende la narrativa lineare per diventare esperienza sensoriale pura. La regia trasforma ogni inquadratura in un quadro di Bosch illuminato al neon, mentre la sceneggiatura abbandona deliberatamente la logica cartesiana per abbracciare una narrazione onirica. Il film si inserisce nella tradizione del gotico italiano elevandolo a forma d'arte psichedelica, dove architettura e occultismo si fondono in un'unica visione allucinata. La fotografia di Romano Albani e le musiche di Emerson creano un'atmosfera unica nel panorama dell'horror europeo, influenzando generazioni di registi successivi.