
Indiana Jones e il Tempio Maledetto (Indiana Jones and the Temple of Doom, 1984, steven spielberg)
Data di uscita: 8 maggio 1984 (Stati Uniti)
Regista: Steven Spielberg
Sequel: I predatori dell'arca perduta
Budget: 28 milioni USD
Casa di produzione: Lucasfilm
Con Harrison Ford, Akio Mitamura, Ke Huy Quan, Bhasker Patel, Mellan Mitchelle, Moti Makan
Descrizione
Shanghai brilla come una gemma corrotta nella notte d'Oriente, mentre Indiana Jones si muove tra le ombre del Club Obi Wan come un felino in smoking. Il destino lo attende come un serpente arrotolato, pronto a scattare nel momento più imprevisto.
L'India si apre davanti ai suoi occhi come un ventaglio di misteri e pericoli. Willie Scott, con i suoi capelli dorati come spighe di grano californiano, stride contro il paesaggio come un pavone in una giungla di cobra. Short Round, piccola ombra agile, si muove al suo fianco con la fedeltà di un segugio bambino.
Il Palazzo di Pankot emerge dalla foschia come un sogno febbricitante. Le sue sale nascondono segreti più oscuri del velluto della notte, mentre nei sotterranei il culto Thuggee celebra i suoi riti come una compagnia teatrale dell'inferno. I cuori vengono strappati in una danza macabra, mentre le fiamme dipingono ombre demoniache sulle pareti di pietra antica.
La miniera diventa un labirinto di ferro e vapore, dove i vagoncini corrono come proiettili impazziti su binari che sembrano disegnati da un dio ubriaco. Il ponte sospeso oscilla sulla gola come un pendolo sulla bocca dell'inferno, mentre i coccodrilli attendono pazienti come spettatori a un teatro della morte.
Giudizio critico
Spielberg orchestra un'opera che trasforma l'avventura in arte dark. La sua regia mescola horror e azione con la precisione di un alchimista, mentre la fotografia di Douglas Slocombe trasforma ogni scena in un dipinto in movimento. Ford incarna Jones con un carisma che brucia lo schermo, mentre la colonna sonora di Williams eleva il tutto a dimensioni mitiche. Un film che, nonostante alcuni stereotipi coloniali datati, resta un esempio magistrale di cinema d'avventura che non teme di sporcarsi le mani con l'oscurità.