Il soldato che non sapeva che la guerra fosse finita

La Seconda guerra mondiale è stata un conflitto che ha cambiato il destino del mondo, ma per alcuni, amici, è durata ben più dei sei anni ufficiali. La storia di Hiroo Onoda, un soldato giapponese, è la testimonianza di una dedizione militare che sfiora l'incredibile.

Onoda era un ufficiale dell'intelligence giapponese inviato sull'isola di Lubang, nelle Filippine, nel 1944. Il suo compito era sabotare le operazioni nemiche e resistere il più a lungo possibile. Quando nel 1945 il Giappone si arrese, Onoda e i suoi pochi compagni rifiutarono di credere agli annunci che dichiaravano la fine della guerra, convinti che fossero propaganda nemica.

Per decenni, Onoda continuò a vivere nella giungla, nutrendosi di quello che trovava e conducendo sporadici attacchi contro i contadini locali. I suoi superiori avevano ordinato di non arrendersi mai, e lui seguì quell'ordine alla lettera. Nel 1974, ben 29 anni dopo la fine del conflitto, venne finalmente convinto a deporre le armi da un giovane avventuriero giapponese che lo trovò nella giungla. Ma la resa ufficiale avvenne solo quando il suo ex comandante fu portato sull'isola per revocare personalmente l'ordine.

Onoda tornò in Giappone come un eroe, ma la sua storia solleva domande profonde: quanto possono essere potenti l'obbedienza e il senso del dovere? E cosa significa davvero "pace" per chi ha vissuto così a lungo in guerra? Non vi sembra una vicenda tanto incredibile quanto tragica?

Maurizio Potenza

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