Monty Python: Il Senso della Vita (Monty Python's The Meaning of Life, 1983, Terry Jones)

Data di uscita: 22 luglio 1983 (Italia)

Registi: Terry Jones, Terry Gilliam

Sceneggiatura: Terry Jones, John Cleese, Graham Chapman, Eric Idle, Terry Gilliam, Michael Palin

Paese di produzione: Regno Unito

Titolo originale: Monty Python's The Meaning of Life

Con Graham Chapman, John Cleese, Michael Palin, Eric Idle, Terry Jones, Terry Gilliam


Descrizione

La follia britannica si dipana in un caleidoscopio di scene surreali, dove l'assurdo diventa logica e il nonsenso si fa filosofia. Il film scorre come un fiume impazzito attraverso le tappe dell'esistenza umana, trasformando ogni momento sacro in occasione di sovversione comica.

La nascita si presenta in tutto il suo splendore burocratico, con corridoi d'ospedale che sembrano labirinti kafkiani popolati da medici più interessati alle macchine che alle partorienti. La guerra diventa una parata di uniformi impeccabili e assurdità militari, dove gli ufficiali cercano palme in mezzo alle trincee.

Nel ristorante francese, Mr. Creosote troneggia come un monumento alla decadenza occidentale. Il suo corpo abnorme è una bomba a orologeria di carne e salse, pronta a esplodere per un wafer sottile servito con sadica cortesia. La scena trasforma il disgusto in arte, elevando il vomito a statement sociale.

La Morte fa il suo ingresso in una cena borghese con la naturalezza di un cameriere inatteso. Il suo mantello nero spazza via le convenzioni sociali mentre conduce i commensali verso un paradiso che sembra un varietà di seconda categoria, dove angeli in paillettes cantano show-tune celestiali.

Tra una scena e l'altra, la vita scorre come un fiume caotico di significati e assurdità. Il senso dell'esistenza si nasconde forse proprio nell'accettazione gioiosa del nonsense cosmico, nella risata che sfida il vuoto.

Giudizio critico

I Monty Python creano un'opera che destruttura non solo il cinema ma l'esistenza stessa. Attraverso sketch che oscillano tra il geniale e il provocatorio, il film diventa un trattato filosofico travestito da commedia surreale. La loro capacità di mescolare alto e basso, sacro e profano, crea un'esperienza unica che trascende i confini della commedia tradizionale per diventare arte anarchica nel suo stato più puro.

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