
Il mammut congelato

Il mammut congelato con cibo nello stomaco: un mistero della preistoria
Quando si parla di preistoria, pensiamo spesso a un passato remoto, fatto di cacciatori-raccoglitori e creature imponenti come i mammut. Ma, amici, c'è un episodio che sembra avvicinare quel mondo al nostro, un enigma che ancora oggi lascia gli scienziati a bocca aperta: il ritrovamento del mammut di Berezovka.
Siamo nel 1901, in Siberia. Un gruppo di esploratori russi scopre, intrappolato nel permafrost, il corpo perfettamente conservato di un mammut lanoso risalente a circa 39.000 anni fa. La scoperta è già di per sé straordinaria, ma ciò che rende il caso ancora più interessante è il contenuto del suo stomaco: il mammut aveva ingerito piante, ancora parzialmente digerite, che crescono in climi temperati. Inoltre, il suo corpo presentava fratture multiple, come se fosse morto in modo improvviso e violento.
Come è possibile che un animale abituato ai climi freddi abbia mangiato piante di regioni più calde? E cosa ha causato la sua morte così repentina? Alcuni studiosi ipotizzano che il mammut sia stato travolto da una frana o da un'ondata di fango, mentre altri suggeriscono un improvviso cambiamento climatico, un evento catastrofico capace di congelare l'animale quasi istantaneamente.
Il mammut di Berezovka non ci ha solo regalato uno spaccato affascinante della vita preistorica, ma ha anche sollevato domande ancora senza risposta. È incredibile pensare che, dopo migliaia di anni, un animale possa raccontarci una storia di sopravvivenza e catastrofe. Non vi fa riflettere sul potere della natura?
Maurizio Potenza