
Il Caso di Wilma Cerulli - Il Commissario Lo Gatto
Un Uomo Contro il Potere
Natale Lo Gatto è un uomo fuori posto. Sempre. Un poliziotto che prende le regole sul serio, ma che non ha paura di infrangerle quando la giustizia lo richiede. Un uomo che non si piega. E se c'è una cosa che il potere non tollera, è proprio questo genere di uomini.
A Roma, Lo Gatto non è un commissario qualsiasi. Lui è il responsabile dell'ispettorato della Polizia Italiana nella Città del Vaticano. Un incarico delicato, in un luogo dove la legge segue percorsi diversi da quelli ufficiali. Dove la verità si muove con prudenza, tra corridoi affrescati e silenzi che pesano più delle parole. Ed è in questo scenario che accade l'impensabile. Un delitto nel cuore del Vaticano.

Una notte d'estate. Silenzio assoluto nei Giardini Vaticani, interrotto solo dal fruscio delle piante mosse dal vento. Poi, uno sparo. Un colpo secco che squarcia la calma irreale. Lì, tra le siepi perfettamente curate e le statue immobili, viene trovato il corpo senza vita di un giovane sacerdote. Un omicidio, nel luogo più sacro della cristianità.
Lo Gatto capisce subito che non sarà un'indagine come le altre. Al Vaticano non interessa la verità, interessa il silenzio. Ma lui non è un uomo che si lascia intimidire. Studia la scena del crimine con la sua solita metodicità, analizza ogni dettaglio, ascolta testimoni reticenti. Sa che ogni parola detta è calibrata con estrema attenzione. Sa che qui, più che altrove, le risposte contano meno delle omissioni. Eppure, non si ferma. Ogni pista lo porta sempre più in alto, sempre più vicino a luoghi dove un commissario di polizia non dovrebbe mai mettere piede. Fino a quando, in un gesto che nessuno ha mai osato prima, prende una decisione che gli costerà tutto: interroga Papa Giovanni Paolo II. Un atto inaudito. Un affronto che non può essere ignorato. Il Vaticano è una città dentro la città, un universo con le proprie leggi non scritte. Qui, i misteri restano tali, le verità si dissolvono prima ancora di essere pronunciate. E Natale Lo Gatto ha violato questa regola sacra. L'indagine gli viene tolta immediatamente. Il caso viene archiviato con una rapidità imbarazzante. Nessuno dice più una parola su quel sacerdote assassinato nei giardini. Ma il messaggio è chiaro: Lo Gatto deve sparire. Un giorno dopo l'altro, il suo nome scivola giù, sempre più in basso, fino a fermarsi su un ordine di trasferimento. Favignana. Un'isola lontana da tutto, un luogo dove il tempo si muove con lentezza, dove non succede mai nulla. Un esilio dorato. Lo Gatto capisce subito che non è una promozione, ma una condanna. Il Vaticano non lo vuole più tra i piedi, e Roma ha già voltato pagina. Il suo rigore, la sua ostinazione, la sua incapacità di chiudere un occhio lo hanno trasformato in un problema. E i problemi, in certi ambienti, si risolvono con discrezione. Favignana sarà la sua nuova casa.
Ma quello che nessuno sa, quello che nessuno può prevedere, è che proprio in quel piccolo angolo di paradiso, lontano dagli intrighi vaticani e dai giochi di potere di Roma, Lo Gatto si ritroverà al centro di un altro mistero. Un mistero destinato a travolgere non solo la sua carriera, ma l'intero Paese.
Favignana e la Scomparsa di Wilma Cerulli
La prima cosa che colpisce Lo Gatto appena arriva a Favignana è il silenzio. Non il silenzio della pace, ma quello della rassegnazione. Qui il tempo scorre lento, senza urgenza, senza scosse. Il vento accarezza le facciate delle case bianche di calce, il mare si frange sulle rocce con la costanza di chi sa di avere tutto il tempo del mondo. Un'isola sonnacchiosa, dove non succede mai nulla. Almeno, così dicono. Lo Gatto sa che ogni luogo ha i suoi segreti. Anche un piccolo paradiso immerso nel sole e nel sale. Lui e il suo agente, il giovane e zelante Gino Gridelli, vengono accolti con la solita cortesia diffidente della provincia. Un sorriso, una stretta di mano, la promessa di un soggiorno tranquillo. Ma sotto la superficie, qualcosa si muove.
Le prime settimane passano senza incidenti. Qualche piccolo furto, una lite tra pescatori, nulla che valga la pena annotare nei rapporti ufficiali. Lo Gatto passeggia tra le strade assolate dell'isola, osserva senza farsi notare, ascolta le conversazioni nei bar, scambia parole con le sorelle Patanè, le tre donne che gestiscono l'unica locanda dell'isola. Sa che la calma è solo una facciata. Poi, un giorno, Wilma Cerulli scompare.


Un'ombra tra il sole di Favignana
Wilma non è una donna qualunque. È una di quelle persone che non passano inosservate. Giovane, affascinante, con un passato che si porta dietro come una scia di profumo costoso. È arrivata da poco sull'isola, e già qualcuno la osserva con troppa attenzione. C'è chi la desidera. C'è chi la teme. C'è chi la odia. Poi, all'improvviso, Wilma svanisce. Nessuno l'ha vista partire. Nessuno sa dire dove sia andata. Un giorno c'era, il giorno dopo non più. Lo Gatto entra nella sua stanza. Il letto è sfatto, le sue cose sono ancora lì. Il suo profumo aleggia nell'aria, come se fosse appena uscita. Ma sul pavimento, un'ombra scura rompe l'illusione di normalità. Sangue. Non abbastanza per un omicidio certo, ma sufficiente per far scattare l'allarme. Lo Gatto sa che quel sangue è una traccia. Un segnale. Un avvertimento.
L'Indagine e i Sospetti
Favignana è un'isola che parla sottovoce. Tutti sanno, nessuno dice. Natale Lo Gatto lo capisce subito. Ogni porta si chiude un secondo troppo in fretta al suo passaggio, ogni conversazione si interrompe quando entra in un bar. Non è solo diffidenza da forestieri. È paura.
Wilma Cerulli è scomparsa. C'è del sangue nella sua stanza. Ci sono troppe persone che, in un modo o nell'altro, gravitavano attorno a lei. Ma non c'è un corpo. E senza un cadavere, non c'è un delitto. Lo Gatto lo sa bene. Ma sa anche che le cose non sono mai così semplici.
I suoi sospetti si concentrano su un ristretto gruppo di persone. Le stesse che, in un'isola così piccola, si muovono con la sicurezza di chi sa di avere il controllo.
Il primo nome sulla sua lista è il barone Fricò. Un aristocratico decaduto, con il portamento di chi è abituato a comandare e il sorriso di chi non ha mai pagato per i propri errori. Uomo di mondo, uomo di eccessi, uomo di ombre. Wilma lo conosceva. I testimoni parlano di cene, di incontri riservati, di conversazioni interrotte all'arrivo di orecchie indiscrete. Il barone sorride quando Lo Gatto gli fa domande. "Povera ragazza. Ma commissario, qui le donne vanno e vengono. È il fascino dell'isola."
Poi c'è Vito Ragusa, il giornalista dell'Eco di Trapani. Fiuta il sangue come uno squalo. È sempre un passo avanti, sempre pronto a infilarsi dove non dovrebbe. È stato lui il primo a parlare di omicidio. Troppo veloce. Troppo sicuro. Lo Gatto lo osserva, lo segue. Ragusa è nervoso, ma non abbastanza. Sa qualcosa, ma non tutto.
Le sorelle Patanè sono un enigma. Hanno visto Wilma l'ultima volta, l'hanno ospitata nella loro locanda. Eppure, parlano come se non l'avessero mai conosciuta davvero. "Era una ragazza simpatica, certo. Ma, sa, commissario, certe donne attirano problemi." Lo Gatto sa riconoscere il tono di chi vuole chiudere un discorso. E sa che quando qualcuno vuole chiudere un discorso, è perché ha paura di quello che potrebbe uscire fuori.
E poi c'è il bagnino. Giovane, bello, troppo sicuro di sé. Lo Gatto ha visto troppi uomini come lui. L'atteggiamento di chi è abituato a essere desiderato. Wilma lo conosceva. Alcuni dicono che fossero amanti, altri che lui fosse solo un passatempo per lei. Lui non parla molto. Ma i suoi occhi dicono più di quanto vorrebbe.
Lo Gatto scava, connette i pezzi, osserva i dettagli. Perché è lì che si nasconde la verità. Nei silenzi troppo lunghi, nei sorrisi troppo larghi, nei gesti che tradiscono più delle parole. Ma più scava, più il mistero si infittisce. Tutti sembrano colpevoli. Eppure, nessuno lo è davvero. Poi, quando tutto sembra pronto per un finale tragico, la verità esplode. Wilma non è morta. Non è stata uccisa, non è stata rapita. È viva. E si trova a bordo di una nave della Marina Militare. Ospite del Presidente del Consiglio.

Lo Scandalo e la Caduta del Governo
La rivelazione è un ordigno piazzato nel cuore della politica italiana, e quando esplode, nessuno è abbastanza lontano da non sentirne l'onda d'urto. Wilma Cerulli non era solo una donna scomparsa. Non era solo un caso di cronaca nera destinato a perdersi nei titoli di giornale prima di essere dimenticato. Wilma era la chiave di qualcosa di molto più grande, qualcosa che doveva rimanere sepolto. Una relazione clandestina, un incontro segreto, una fuga orchestrata con la precisione di un'operazione militare. Wilma era sparita, sì, ma non per le ragioni che tutti avevano immaginato. Non un omicidio passionale, non un regolamento di conti, non un errore fatale. Lei era viva, nascosta sotto la protezione della Marina Militare, lontana da occhi indiscreti, ma non abbastanza lontana da sfuggire a un'indagine condotta con la testardaggine di chi non sa quando smettere di scavare.
E ora che il suo nome è venuto a galla, ora che Lo Gatto ha seguito la pista fino in fondo, tutto crolla. Il Presidente del Consiglio non può sopravvivere allo scandalo. Un capo di governo coinvolto in un caso di scomparsa, una donna legata a lui che riappare all'improvviso, la stampa che si avventa sulla storia come cani da caccia. La politica italiana ha visto molti scandali, ma questo è troppo, anche per un Paese abituato ai terremoti di palazzo.
Il governo cade. Giulio Andreotti prende il suo posto, con la sua calma imperturbabile e il suo sorriso enigmatico. Il vecchio ordine si ricompone, le carte vengono rimescolate, i fili del potere si riallacciano come se nulla fosse accaduto. Ma Lo Gatto sa che qualcosa è cambiato. Sa che a Roma nessuno dimentica un poliziotto che ha osato disturbare il gioco. Ufficialmente, viene premiato. Vicequestore. Trasferito a Milano. Una promozione, sulla carta. Ma lui non è un ingenuo. Sa che è solo un altro modo per metterlo da parte, per allontanarlo da dove potrebbe fare ancora più danni. Il messaggio è chiaro. Ha vinto questa battaglia, ma ha attirato troppa attenzione. E nell'Italia delle ombre e dei non detti, nessuno gradisce un poliziotto che si avvicina troppo alla verità.
L'Errore Fatale
Milano è un altro mondo. Niente più silenzi mediterranei, niente più sguardi furtivi scambiati tra le strade assolate di Favignana. Qui tutto si muove veloce, sotto il peso dell'acciaio e del cemento, tra il rumore del traffico e il brusio costante del potere. Vicequestore. Un titolo che suona bene, ma che Lo Gatto sa essere poco più di una formalità. Il suo trasferimento non è un premio, è un modo elegante per toglierlo dai giochi. Eppure, anche in questo ambiente nuovo e ostile, il suo istinto non cambia. È ossessionato dai dettagli, dalle cose che non tornano, dai segnali che gli altri ignorano. E quando si trova coinvolto nella sicurezza di un summit internazionale, con i leader del G7 radunati sotto la protezione delle forze dell'ordine più competenti del Paese, il suo sguardo vigile non smette di lavorare. Ed è proprio in quell'istante che vede qualcosa. Un dettaglio stonato. Un oggetto che non dovrebbe essere lì. Un uomo che si muove in modo innaturale, troppo attento, troppo calcolato. E poi l'oggetto: lungo, scuro, la sagoma familiare di un'arma pronta a sparare. Un fucile? Un attentato? Non ha tempo di riflettere, non ha il lusso dell'incertezza. Deve agire. Scatta l'allarme. La sicurezza interviene con la rapidità di un meccanismo ben oliato. I leader vengono evacuati con una prontezza che sfiora il panico. Qualcuno inciampa, qualcuno urla. E in mezzo a tutto questo caos, un tonfo clamoroso: i capi di Stato finiscono in piscina. Un'immagine che diventa leggenda prima ancora che l'acqua si fermi. Fotografi, giornalisti, cameraman. Il mondo intero assiste a una scena che nessuno dimenticherà mai. E poi, la scoperta. Il presunto fucile d'assalto era solo il tubo di un aspirapolvere. Una svista. Un errore fatale. Lo Gatto lo capisce subito, un attimo prima che lo facciano gli altri. Sente il peso di quello che ha appena fatto, prima ancora che qualcuno gli metta una mano sulla spalla e gli dica, con quella calma glaciale che precede le catastrofi: «Vicequestore, venga con noi.» La sua carriera è finita. Ancora una volta, viene trasferito. Un altro esilio, un'altra punizione mascherata da incarico. Il destino ha parlato. Natale Lo Gatto non è fatto per il potere. Ma il potere, in qualche modo, non smette mai di incrociare la sua strada.
Di nuovo trasferito
Il trasferimento arriva senza troppi preavvisi. Lo Gatto capisce subito che questa è l'ultima fermata. Dopo il Vaticano, dopo Favignana, dopo il disastro di Milano, non ci sono più posti sicuri in cui spedirlo. Non resta che la Sicilia. Questa volta, però, il panorama è diverso. Nessun mare cristallino, nessuna isola da cartolina, nessuna locanda accogliente gestita da donne loquaci. Qui il sole picchia più duro, e l'aria è più pesante. Qui il silenzio non è semplice cautela, ma paura. Qui il nemico ha un nome preciso: mafia. Lo Gatto sa bene che questa non è una punizione come le altre. Questa è una condanna. A Favignana lo volevano fuori dai giochi. A Milano lo volevano ridicolo. Qui lo vogliono morto.
Un uomo fuori posto, sempre
Il caso di Favignana finirà negli archivi come uno degli scandali più assurdi della storia italiana. Un mistero senza delitto, un'indagine che ha fatto cadere un governo. Ma per lui è stato solo un altro tassello, un'altra dimostrazione di quanto la verità sia sempre più strana della finzione. Ora, in questa terra di ombre e di silenzi, Natale Lo Gatto torna a essere quello che è sempre stato: un uomo che crede nella giustizia, anche quando il mondo gli ride in faccia.
E forse è per questo che, ovunque vada, il sistema trova sempre il modo di farlo sparire.
Sasha Bazzov