
I Sette Samurai
Regista: Akira Kurosawa
Genere: Drammatico, Azione, Storico
Anno: 1954
Paese: Giappone
Attori: Toshirô Mifune, Takashi Shimura,Yoshio Inaba, Seiji Miyaguchi
Durata: 200 min
Data di uscita: 13 gennaio 2025
Distribuzione: Dear Film, Cineteca di Bologna
I SETTE SAMURAI: SETTANT'ANNI DI KATANE E DESTINI
LA GENESI
Nel 1954, Akira Kurosawa forgia un capolavoro che non solo ridefinisce il cinema, ma lo trasforma in mito. Come il Re Lear di Shakespeare raccoglieva i suoi fedeli sotto il peso di un regno morente, così Kurosawa raduna sette anime perdute in un Giappone rurale e spietato. Tra il fango e le piogge torrenziali – lacrime degli dèi che osservano indifferenti – prende vita un racconto epico che segnerà per sempre il linguaggio cinematografico.


LA RIVOLUZIONE TECNICA
Settant'anni dopo, I Sette Samurai torna al cinema restaurato in 4K: una nuova luce su un'opera che già all'epoca rappresentava un miracolo tecnico. Kurosawa usa tre occhi meccanici per osservare il mondo: uno abbraccia l'orizzonte con campi lunghi che rendono i guerrieri figure in una danza corale; il secondo si immerge nei volti, scavando l'anima di ogni personaggio; il terzo segue l'azione con la precisione di un testimone invisibile. L'uso dei teleobiettivi – pionieristico per il 1954 – comprime lo spazio, immergendo lo spettatore nella claustrofobia delle battaglie. La pioggia, illuminata da luci posteriori, si trasforma in veli d'argento che esaltano il dramma visivo, influenzando generazioni di registi da Coppola a Wong Kar-wai.
LA SINFONIA DELLA BATTAGLIA
Il cuore pulsante del film è la battaglia, orchestrata come una sinfonia. Il montaggio alterna la sospensione del rallenty alla furia della velocità normale, creando un ritmo sincopato che anticipa le opere di Peckinpah e John Woo. La macchina da presa, fluida e innovativa, scivola tra i guerrieri come un'ombra viva, catturando ogni colpo e ogni respiro. Ma è il suono che raggiunge l'apice: la pioggia, registrata su tracce sovrapposte, si intreccia al sibilo delle spade e ai respiri affannosi dei combattenti, componendo una partitura sonora che echeggia ancora oggi nel cinema di Leone e Tarantino. Ogni movimento, ogni rumore, diventa una nota in una sinfonia di vita e morte.



L'EREDITÀ
I sette samurai non sono solo guerrieri; sono uomini segnati dal fallimento e dalla redenzione. Kikuchiyo, interpretato magistralmente da Toshiro Mifune, è un Falstaff giapponese, sospeso tra comicità e tragedia, un'anima inquieta che si muove tra farsa e nobiltà. Il villaggio non è solo un luogo, ma un microcosmo universale dove si consuma un dramma umano profondo: la violenza non distrugge, ma illumina le verità più nascoste dell'animo umano. Ogni personaggio vive con una profondità che ricorda i racconti di Čechov, rendendo l'intera opera un affresco corale di ineguagliabile potenza.
L'ECO NEL TEMPO
A settant'anni dalla sua uscita, I Sette Samurai continua a dominare l'immaginario collettivo. Il restauro in 4K restituisce la pellicola in tutta la sua magnificenza, esaltando dettagli che sembrano scolpiti nella luce. La sua struttura narrativa ha ispirato innumerevoli varianti, dai racconti di antieroi come The Dirty Dozen ai moderni supergruppi di The Avengers. La grammatica visiva di Kurosawa – fatta di profondità di campo, composizioni geometriche e movimenti fluidi – rimane una lezione imprescindibile per ogni regista. Ogni visione del film è un viaggio che svela nuove sfumature, come se il tempo non potesse scalfirne la grandezza.
L'IMMORTALITÀ
Come Amleto, I Sette Samurai trascende le epoche, continuando a parlare dell'eterno ritorno dei conflitti umani. Nel suo settantesimo anniversario, il restauro non è solo una celebrazione, ma un trionfo che riafferma la sua immortalità. Ogni scena è come una katana appena affilata, riflettendo una luce sempre nuova a ogni movimento. Tornare in sala per I Sette Samurai significa immergersi nella magia del cinema nella sua forma più pura: un'arte che non solo racconta storie, ma continua a educare, emozionare e definire l'essenza stessa dell'umanità.

Sasha Bazzov