
I Cancelli del Cielo (Heaven's Gate, 1980, Michael Cimino)
Data di uscita: 3 settembre 1981 (Italia)
Regista: Michael Cimino
Sceneggiatura: Michael Cimino
Budget: 44 milioni USD
Case di produzione: United Artists, Partisan Productions
Fotografia: Vilmos Zsigmond
Con Christopher Walken, Isabelle Huppert, Kris Kristofferson, Terry O'Quinn, Jeff Bridges
Descrizione
Nel Wyoming del 1890, l'ambizione artistica di Cimino si materializza in un affresco monumentale dove la polvere della frontiera si mescola al sangue delle guerre di classe. Un trittico di interpreti - Kristofferson, Walken e Huppert - danza un valzer mortale sulle note di una colonna sonora che echeggia come un requiem per il vecchio West.
Lo sceriffo James Averill, laureato Harvard trapiantato nella frontiera selvaggia, si erge a difensore degli immigrati contro un'associazione di allevatori che brandisce il potere del capitale come una frusta. «Uccidiamo i poveri!» diventa il grido di battaglia di una crociata capitalista a cavallo.
Ella Watson, interpretata da una Huppert eterea quanto concreta nel suo pragmatismo venale, trasforma l'amore in merce di scambio, mentre Walken, sicario dagli occhi vitrei, attraversa la scena come uno spettro della morte in stivali da cowboy.
I set mastodontici divorano il budget come locuste affamate, mentre i dialoghi si disperdono nella vastità dei paesaggi come sussurri nel vento. La produzione si trasforma in un vortice che inghiotte milioni di dollari, facendo tremare le fondamenta degli studios hollywoodiani.
Cimino, come un demiurgo ossessionato dalla propria visione, plasma un'opera che oscilla tra genio e follia, lasciando il pubblico smarrito di fronte a tanto ardire artistico.
Giudizio critico
Heaven's Gate rappresenta il punto di rottura tra l'ambizione autoriale e le leggi ferree dell'industria cinematografica. Cimino crea un'opera di proporzioni wagneriane che trascende il genere western per diventare una riflessione sulla lotta di classe e sul prezzo del progresso. La fotografia di Vilmos Zsigmond trasforma ogni inquadratura in un dipinto, mentre la struttura narrativa complessa sfida le convenzioni del cinema commerciale. Il film segna la fine dell'era del director's cut illimitato a Hollywood, diventando simbolo sia dell'eccesso creativo che del coraggio artistico. Nonostante il disastro commerciale, l'opera si è gradualmente rivelata un esempio di cinema visionario che anticipa temi e stilemi ancora attuali.