Death Stranding - Riconnettere l'umanità

Hideo Kojima è un autore che ha sempre cercato di sfidare le convenzioni del videogioco, e Death Stranding ne è forse la sua espressione più radicale. Uscito nel 2019, il gioco si presenta inizialmente come un grande open world, ma in realtà è molto più di questo: è un'esperienza che riflette sul concetto stesso di connessione, di isolamento e di ricostruzione di un mondo frammentato.

Se pensiamo agli open world tradizionali, siamo abituati a spazi pieni di attività, missioni secondarie, collezionabili e nemici da affrontare. Death Stranding, invece, si pone in netta antitesi a questa filosofia: il suo mondo è vasto e desolato, una landa di solitudine che richiama i paesaggi islandesi o le ambientazioni post-apocalittiche di Tarkovskij in Stalker. Il viaggiatore solitario, Sam Porter Bridges, non è un eroe nel senso classico del termine, ma un corriere, un uomo il cui compito è ricostruire un'America ormai ridotta a un insieme di città isolate, con la speranza di ristabilire un senso di comunità.

Questa impostazione ludica, apparentemente semplice, si rivela invece straordinariamente profonda. Il Social Strand System, una delle innovazioni più interessanti del gioco, permette ai giocatori di aiutarsi a vicenda lasciando strutture, ponti e segnali che persistono nel mondo di altri utenti. È un'evoluzione del multiplayer asincrono visto in giochi come Dark Souls, ma qui assume un significato più filosofico: il mondo non è ostile solo perché pieno di nemici, ma perché è difficile da attraversare, e la vera vittoria non sta nell'eliminare un avversario, ma nel rendere il cammino più facile per chi verrà dopo di te.

Eppure, l'open world è solo una parte dell'esperienza. Death Stranding è prima di tutto una storia complessa, un intreccio che mescola esoterismo, fisica quantistica e sensibilità umanistica.

La Trama di Death Stranding

Siamo in un futuro post-apocalittico nel quale la civiltà è stata sconvolta da un evento noto come il Death Stranding, che ha aperto un varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Questo ha portato alla comparsa delle creature arenate (BT), entità invisibili che infestano il pianeta e rendono ogni spostamento pericoloso. Inoltre, la pioggia chiamata Timefall accelera il tempo di ciò che tocca, deteriorando rapidamente ogni cosa, inclusi gli esseri umani.

Sam Porter Bridges, interpretato da Norman Reedus, è un corriere che lavora per la Bridges, un'organizzazione che cerca di riconnettere gli insediamenti umani attraverso la rete chirale, una sorta di internet avanzato basato su particelle che esistono tra la vita e la morte. Sam, tuttavia, è un uomo segnato dal suo passato: soffre di apatofobia, un rifiuto del contatto umano, ed è tormentato dal ricordo della sua sorella adottiva, Amelie, e della madre, la presidente Bridget Strand.

Il cuore della trama ruota attorno alla missione di Sam: attraversare gli Stati Uniti per collegare ogni avamposto alla rete chirale e salvare Amelie, tenuta prigioniera da un gruppo terroristico noto come Homo Demens, guidato da Higgs Monaghan. Ma mentre viaggia, Sam scopre che Amelie e sua madre Bridget sono in realtà la stessa persona: Bridget rappresenta la sua forma fisica, mentre Amelie è la sua coscienza, una sorta di entità separata che esiste in una dimensione intermedia tra la vita e la morte, chiamata spiaggia.

Man mano che la storia avanza, emerge una verità ancora più inquietante: Amelie è in realtà l'incarnazione di un'Entità Estintore (EE), esseri che ciclicamente portano all'estinzione della vita sulla Terra. Il suo destino è quello di causare il Death Stranding Finale, un evento che distruggerebbe completamente l'umanità. Sam, con l'aiuto di personaggi come Fragile, Deadman e Mama, capisce che l'unico modo per fermare Amelie è convincerla a spezzare il ciclo senza ucciderla.

Nel climax del gioco, Sam affronta Higgs, che si rivela essere solo un burattino nelle mani di Amelie. Dopo averlo sconfitto, Sam raggiunge la spiaggia di Amelie, dove ha un drammatico confronto con lei. Qui, il giocatore non deve combattere, ma semplicemente camminare verso di lei, in una delle sequenze più simboliche dell'intero gioco. Amelie, alla fine, sceglie di isolarsi per sempre, impedendo così il Death Stranding Finale.

Ma la storia non finisce qui. Dopo aver fermato la catastrofe, Sam si separa dalla Bridges e decide di vivere come un uomo libero. Tuttavia, l'ultima grande rivelazione riguarda BB-28, il Bridge Baby che Sam ha portato con sé per tutto il viaggio. Scopriamo che BB-28 è in realtà il figlio di Clifford Unger, un soldato intrappolato tra i mondi che ha perseguitato Sam lungo il gioco. Nel toccante finale, Sam dà un vero nome al bambino: Lou, segnando così la sua scelta di diventare padre e di abbracciare finalmente la vita e le connessioni umane.

Le Influenze Cinematografiche e Filosofiche

Kojima attinge a piene mani dal cinema e dalla letteratura per costruire il suo universo. La presenza di attori affermati conferma il suo intento cinematografico, ma il gioco è impregnato anche di riferimenti più sottili.

La figura di Sam richiama il viandante esistenzialista, un po' come il protagonista di The Road di Cormac McCarthy, mentre la tematica delle connessioni invisibili tra esseri umani può far pensare a Cloud Atlas dei Wachowski. La fotografia e l'atmosfera rarefatta ricordano il cinema di Andrei Tarkovskij, in particolare Stalker, dove la Zona diventa un luogo simbolico di transizione e rivelazione. C'è anche un forte legame con Neon Genesis Evangelion, con la sua riflessione sull'umanità e sul concetto di un'estinzione inevitabile.

Anche la colonna sonora, con le atmosfere malinconiche di Low Roar e Silent Poets, amplifica il senso di isolamento e introspezione. E se vogliamo trovare un'eco ancora più profonda, il viaggio di Sam può essere visto come un'odissea moderna, un'epopea che richiama 2001: Odissea nello spazio di Kubrick nel suo modo di trattare il rapporto tra uomo, tecnologia e trascendenza.

Conclusione

Death Stranding non è solo un gioco, ma un viaggio nell'ignoto, un'odissea di solitudine e connessione. Sam ha camminato oltre la fine del mondo, ha sfidato la morte, ha portato sulle spalle il peso di un'umanità spezzata. Ma alla fine, la sua missione non era solo ricostruire ciò che era andato perduto. Era scegliere di vivere, di amare, di lasciare un segno.

Ora, con Death Stranding 2 all'orizzonte, resta una sola certezza: il cammino dell'uomo non finisce mai.

Nero d'Ombra


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