
Cujo (1983, Lewis Teague)
Data di uscita: 2 dicembre 1983 (Italia)
Regista: Lewis Teague
Adattato da: Cujo
Casa di produzione: Warner Bros. Pictures, Taft Entertainment Company, Sunn Classic Pictures
Con Dee Wallace, Daniel Hugh Kelly, Danny Pintauro, Ed Lauter, Christopher Stone
Descrizione
Il sole del Maine incombe come una maledizione sulla Ford Pinto, trasformata in una bara di metallo rovente. Dentro, Donna e il piccolo Tad Trenton ansimano come pesci in una pozza che si prosciuga, mentre fuori Cujo si aggira come un'ombra deforme, i suoi novanta chili di muscoli e pelliccia intrisi di una furia primordiale.
Il San Bernardo, un tempo gentile gigante, ora si muove come uno spettro rabbioso. La sua metamorfosi, innescata dal morso di un pipistrello in una grotta dimenticata, ha trasformato occhi un tempo dolci in pozzi di follia purulenta. La sua bava gocciola sulla carrozzeria come acido, mentre il suo respiro rantolante riecheggia nel silenzio opprimente della campagna.
Donna stringe il volante come un'ancora di salvezza, il suo istinto materno che pulsa più forte del motore ormai morto. Tad, raggomitolato sul sedile, emette gemiti che tagliano l'aria come schegge di vetro. La loro prigione metallica diventa un'isola di disperazione sotto un cielo indifferente.
Il tempo scorre viscoso come melassa avvelenata, mentre la disidratazione trasforma ogni respiro in una piccola agonia. Cujo assedia il veicolo con la pazienza di un predatore ancestrale, i suoi assalti contro i finestrini rimbombano come tuoni in questa tempesta di terrore.
Il finale esplode in uno scontro brutale tra istinto materno e furia bestiale, dove Donna emerge come una Valchiria moderna, armata solo della sua disperata determinazione. Il sangue si mescola alla polvere del Maine, mentre l'eco degli ultimi latrati si disperde nel vento.
Giudizio critico
Cujo rappresenta l'apice dell'horror naturalistico anni '80. Teague trasforma una premessa apparentemente semplice in un'opera sulla sopravvivenza primordiale. Con un budget limitato, il film riesce a creare una tensione insostenibile attraverso l'uso magistrale di effetti pratici e una regia claustrofobica. La performance di Dee Wallace eleva il film oltre il semplice monster movie, trasformandolo in un'intensa esplorazione dell'istinto materno di fronte all'orrore puro.