Capitolo 2: Gesù Cristo - Un uomo, un mito, una leggenda?

Benvenuti nell'affascinante mondo della ricerca storica su Gesù di Nazareth, dove gli storici si trasformano in detective e gli archeologi in cercatori del tesoro divino. Preparatevi a un viaggio nel tempo, dove ogni granello di sabbia potrebbe nascondere un segreto, e ogni antica pergamena potrebbe essere la chiave per svelare il mistero più grande della storia.

Partiamo con una premessa fondamentale: cercare prove storiche e archeologiche di Gesù è un po' come cercare di ricostruire un dinosauro partendo da un frammento di un dente. Abbiamo pochissime prove dirette, ma un sacco di indizi indiretti. È come se Gesù fosse passato attraverso la storia in punta di piedi, lasciando appena qualche impronta sbiadita dalle tempeste.

Fonti non cristiane

Iniziamo con le fonti non cristiane, quelle che i teologi considerano come il Santo Graal delle prove su Gesù. Prima fra tutte, abbiamo Tacito, lo storico romano con la penna affilata e la lingua ancora più tagliente. Nel suo "Annales", scritto intorno al 116 d.C., Tacito menziona un certo "Christus" giustiziato sotto Ponzio Pilato. Il passaggio recita: "Nerone... inflisse le torture più raffinate a una classe di uomini detestati per le loro abominazioni, chiamati cristiani dal popolino. Christus, da cui prese origine il nome, aveva subito il supplizio sotto Ponzio Pilato, procuratore della Giudea, durante l'impero di Tiberio". Non è esattamente una biografia dettagliata, ma è come trovare un post antico che conferma l'esistenza di Gesù.

Poi c'è Flavio Giuseppe, lo storico ebreo del I secolo d.C. che sembra aver avuto un rapporto complicato con Gesù. Nel suo "Antichità giudaiche", scritto intorno al 93-94 d.C., troviamo il famoso (o famigerato) Testimonium Flavianum. Il passaggio dice: "Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, coloro che da principio lo avevano amato non cessarono. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani". Suona troppo bello per essere vero? Molti studiosi sono d'accordo, sospettando che il passaggio sia stato "arricchito" da copisti cristiani troppo entusiasti. È come se qualcuno avesse aggiunto un filtro Instagram a una foto storica per farla sembrare più bella. Flavio Giuseppe menziona anche Giacomo, "fratello di Gesù, detto il Cristo", in un passaggio meno controverso, un po' come trovare una menzione casuale di "Luigi, fratello di Mario, il famoso idraulico" in un libro di storia.

Non dimentichiamoci di Plinio il Giovane, che intorno al 112 d.C. scrisse all'imperatore Traiano chiedendo consigli su come gestire questi fastidiosi cristiani che cantavano inni a Cristo "come a un dio". Non è una prova diretta dell'esistenza di Gesù, ma dimostra che i suoi seguaci erano già un mal di testa per l'Impero Romano nel giro di pochissime generazioni.

La vita di Cristo: un'analisi attraverso i vangeli canonici, gli apocrifi e le scoperte archeologiche

Questa sezione esplora la vita di Gesù Cristo, attingendo da diverse fonti: i vangeli canonici, i testi apocrifi e le scoperte archeologiche. Il nostro percorso ci condurrà dalla nascita a Betlemme fino all'Ascensione sul Monte degli Ulivi, esaminando le evidenze storiche, e le tradizioni che hanno plasmato la narrazione della vita di Cristo.

Nascita e infanzia: tra storia e tradizione

La nascita di Gesù è narrata nei vangeli di Matteo (capitoli 1-2) e Luca (capitoli 1-2), scritti intorno all'80-95 d.C. Entrambi collocano l'evento a Betlemme, durante il regno di Erode il Grande (morto nel 4 a.C.). Luca menziona anche un censimento sotto Quirinio, governatore della Siria, che gli storici datano al 6 d.C., ed è questa discrepanza cronologica ad aver generato dibattiti tra gli studiosi sulla datazione precisa della nascita di Gesù.

Il Vangelo dell'Infanzia di Tommaso, un testo apocrifo del II secolo, contiene 19 episodi della sua vita tra i 5 e i 12 anni. Include racconti di miracoli infantili, come dar vita a uccelli d'argilla o allungare magicamente un pezzo di legno. Il Protovangelo di Giacomo (150-200 d.C.) si concentra invece sulla nascita miracolosa e l'infanzia di Maria, fornendo dettagli sulla Natività non presenti nei vangeli canonici.

Giovinezza e battesimo: dal silenzio all'inizio del Ministero

I vangeli canonici sono quasi completamente silenti sulla giovinezza di Gesù. L'unica eccezione è l'episodio narrato in Luca 2:41-52, dove il dodicenne Gesù discute con i dottori nel Tempio di Gerusalemme, stupendoli con la sua precoce saggezza.

Invece, il battesimo di Gesù è descritto in tutti e quattro i vangeli canonici (Matteo 3:13-17, Marco 1:9-11, Luca 3:21-22, Giovanni 1:29-34). L'evento si svolge nel fiume Giordano, dove Giovanni Battista battezza Gesù. Il sito tradizionale, Qasr el Yahud, situato nella Valle del Giordano, è stato oggetto di scavi archeologici che hanno rivelato strutture bizantine del V-VI secolo d.C., indicando una lunga tradizione di venerazione del luogo.


Ministero pubblico: predicazione, miracoli e conferme archeologiche

Il ministero pubblico di Gesù dura circa tre anni secondo il Vangelo di Giovanni, mentre i sinottici suggeriscono un periodo più breve: durante questo periodo, Gesù percorre la Galilea e la Giudea, predicando e compiendo miracoli.

Gli scavi archeologici hanno confermato l'esistenza di alcuni luoghi menzionati nei vangeli:

  1. Cafarnao: gli scavi hanno portato alla luce una sinagoga del I secolo e la cosiddetta "Casa di Pietro". La sinagoga, costruita in pietra calcarea bianca, misura 24,4 x 18,7 metri, con colonnati che dividono l'interno in tre navate.

  2. Magdala: nel 2009, gli archeologi hanno scoperto una sinagoga del I secolo che misura 11 x 9 metri. All'interno è stata trovata una pietra incisa con la più antica rappresentazione conosciuta della menorah del Tempio di Gerusalemme, alta 60 cm e larga 30 cm.

Il Vangelo di Tommaso, scoperto a Nag Hammadi, Egitto, nel 1945, contiene 114 detti attribuiti a Gesù. Alcuni sono simili a quelli dei vangeli canonici, mentre altri sono unici, offrendo nuove prospettive sull'insegnamento di Gesù.

Passione e morte: narrazione evangelica ed evidenze storiche

La Passione di Cristo è narrata nel dettaglio nei vangeli canonici (Matteo 26-27, Marco 14-15, Luca 22-23, Giovanni 18- 19). Gli studiosi collocano questi eventi tra il 30 e il 33 d.C., durante il governatorato di Ponzio Pilato in Giudea (26-36 d.C.).

Il Vangelo di Pietro, di cui un frammento di 14 cm x 9,5 cm è stato scoperto ad Akhmim, Egitto, nel 1886, offre una versione alternativa della Passione: include una descrizione della Resurrezione dove la croce parla, e due angeli giganteschi accompagnano Gesù fuori dalla tomba.

Nel 1968, a Giv'at ha-Mivtar, Gerusalemme, è stato scoperto lo scheletro di un uomo crocifisso del I secolo. Il calcagno destro conservava ancora un chiodo di ferro di 11,5 cm, fornendo prove tangibili delle pratiche di crocifissione romane descritte nei vangeli.

Resurrezione e apparizioni: il cuore della fede cristiana

La Resurrezione è narrata in tutti i vangeli canonici (Matteo 28, Marco 16, Luca 24, Giovanni 20-21), sebbene con alcune variazioni nei dettagli delle apparizioni post-resurrezione.

Il Vangelo di Maria, scoperto al Cairo nel 1896, è un testo frammentario di 18 pagine in copto, e offre una prospettiva unica sulle apparizioni dopo la morte, presentando Maria Maddalena come una figura centrale che riceve insegnamenti segreti da Gesù.

La Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, che misura circa 70 x 40 metri, è stata oggetto di numerosi studi archeologici. Le indagini hanno confermato che l'area era una cava di pietra nel I secolo a.C., poi trasformata in un giardino con tombe nel I secolo d.C., corrispondendo alla descrizione evangelica del luogo di sepoltura di Gesù.

Ascensione: l'ultimo atto della vita terrena di Cristo

L'Ascensione di Gesù è descritta in dettaglio in Atti 1:9-11, con brevi menzioni in Marco 16:19 e Luca 24:51. Il sito tradizionale sul Monte degli Ulivi, a est di Gerusalemme, è stato venerato almeno dal IV secolo.

"L'Itinerarium Egeriae", un diario di viaggio della pellegrina Egeria datato 381-384 d.C., descrive una chiesa circolare sul Monte degli Ulivi dedicata all'Ascensione. Oggi, una piccola edicola ottagonale del periodo crociato (XII secolo) segna il sito, all'interno di un complesso islamico più ampio.

In conclusione, la vita di Cristo, come tramandataci attraverso i secoli, è un intreccio complesso di narrazione storica, interpretazione teologica e tradizione. I vangeli apocrifi e le scoperte archeologiche continuano ad aggiungere nuove sfumature a questo ritratto, offrendo agli studiosi e ai credenti nuovi spunti di riflessione su una figura che ha profondamente influenzato la storia dell'umanità.

Il vero volto di Cristo: un caleidoscopio di teorie accademiche

La nostra avventura inizia nel lontano 1906, quando Albert Schweitzer, teologo, musicista e tuttofare intellettuale, pubblicò "Storia della ricerca sulla vita di Gesù". Schweitzer, che probabilmente suonava l'organo meglio di quanto risolvesse enigmi storici, giunse a una conclusione sorprendente: ogni studioso finiva per creare un Gesù a propria immagine e somiglianza. La sua opera segnò la fine della "Prima ricerca del Gesù storico" e l'inizio di un periodo di scetticismo accademico. Chi l'avrebbe mai detto che un organista avrebbe suonato il requiem per un'intera era di studi biblici?

Ma facciamo un salto in avanti fino agli anni '50, quando Rudolf Bultmann si mise in testa di "demitizzare" i vangeli. Il suo approccio era più chirurgico di un bisturi laser: via tutti gli elementi soprannaturali, restituendoci un Gesù che era più un filosofo esistenzialista che un taumaturgo. Se Bultmann avesse ragione, Gesù sarebbe stato più a suo agio in un café parigino a discutere di Sartre che a moltiplicare pani e pesci. Il suo "Gesù" (1926) e "Teologia del Nuovo Testamento" (1948-53) fecero tremare le fondamenta della cristianità tradizionale come un terremoto teologico di magnitudo 8.

Ma non finisce qui! Negli anni '70, Geza Vermes, con "Gesù l'Ebreo" (1973), ci ricordò che, sorpresa delle sorprese, Gesù era ebreo! Vermes, ungherese di nascita e britannico d'adozione, dipinse il Cristo come un carismatico predicatore hasidico, una specie di rockstar rabbinica del I secolo. Immaginate un rabbino che fa il giro della Galilea come se fosse in tournée, con folle di fan che lo seguono per ascoltare i suoi greatest hits spirituali!

E che dire di John Dominic Crossan? Nel 1991, con "The Historical Jesus", ci presentò un Gesù rivoluzionario sociale, una specie di Che Guevara in sandali. Crossan, con la sua barba da profeta e il suo accento irlandese, dipinse un Gesù che era più interessato a ribaltare le gerarchie sociali che a predicare sul paradiso. Se Crossan avesse ragione, potremmo trovare il volto del Salvatore stampato su magliette in tutto il mondo... oh, aspetta!

Poi, abbiamo E.P. Sanders che, nel 1985 con "Jesusand Judaism", dipinse Gesù come un profeta escatologico ebreo, in poche parole, un predicatore del giudizio finale con un tocco di ottimismo messianico. Sanders ci ha dato un Gesù che è un incrocio tra un meteorologo catastrofista e un life coach: "Il mondo sta per finire, ma ehi, c'è ancora speranza!"

Nel 2003, James D.G. Dunn pubblicò "Jesus Remembered", sostenendo che possiamo conoscere solo il Gesù ricordato dalla prima chiesa. Dunn ci invita a considerare non solo cosa Gesù disse e fece, ma come venne ricordato e interpretato. Un approccio che fa sembrare "Inception" un film lineare al confronto!

Più recentemente, nel 2014, Reza Aslan con "Zealot" ci ha presentato un Gesù rivoluzionario politico. Aslan, con la sua prosa accattivante e il suo background da studioso musulmano di cristianesimo, ha dipinto un Cristo che sembra uscito da un film d'azione ambientato nell'antichità. Se Aslan avesse ragione, Gesù sarebbe stato più interessato a rovesciare Roma che a predicare l'amore per il prossimo: "Braveheart", ma ambientato in Galilea!

Poi, ci sono i minimalisti come Robert Price, che nel suo "Deconstructing Jesus" del 2000 arriva a metterne in dubbio persino l'esistenza storica. Per Price, Gesù potrebbe essere più mitico di Babbo Natale! Il suo approccio è come cercare di smontare un LEGO gigante senza scatola: alla fine ti ritrovi con un mucchio di pezzi colorati e nessuna istruzione per rimontarli.

Dall'altro lato dello spettro, abbiamo studiosi come N.T. Wright che, con la sua mastodontica serie "Christian Origins and the Question of God" (1992-2013), dipinge un Gesù pienamente in linea con la tradizione cristiana. Wright, con il suo accento british e la sua erudizione enciclopedica, sembra dire: "Ehi, forse i vangeli non sono così fantasiosi dopo tutto!" Il suo Gesù è come un puzzle 3D: complesso, multidimensionale, ma alla fine, secondo lui, tutto torna.

E Bart Ehrman? Con libri come "Did Jesus Exist?" (2012), Ehrman naviga tra le acque agitate del dibattito accademico come un capitano esperto e spregiudicato. Ex cristiano evangelico diventato agnostico, Ehrman sostiene l'esistenza storica di Gesù pur mettendo in discussione molti dettagli dei racconti evangelici. È come se ci dicesse: "Sì, Gesù è esistito, ma non aspettatevi che camminasse sull'acqua!"

In questa mischia accademica, non possiamo dimenticare figure come John P. Meier, autore della serie monumentale "A Marginal Jew" (1991-2016). Meier ci presenta un Gesù che è un ebreo poco influente del I secolo, cercando di dipingere un ritratto il più obiettivo possibile.

In conclusione, il dibattito su chi fosse realmente Gesù porta a teorie più soggettive che oggettive: abbiamo Gesù il filosofo, Gesù il rivoluzionario, Gesù il rabbino, Gesù il mito, Gesù il profeta apocalittico, e Gesù il... beh, Gesù! È come se stessimo guardando attraverso un caleidoscopio: ogni rotazione ci mostra un'immagine diversa, affascinante ma sfuggente. La verità? Probabilmente sta da qualche parte in mezzo a tutto questo, nascosta come un ago in un pagliaio di teorie. O forse, come suggerirebbero alcuni, la verità è nell'occhio di chi guarda, un po' come quando cerchiamo di vedere forme nelle nuvole. Una cosa è certa: Gesù, chiunque fosse realmente, ha il dono di continuare a far discutere e dibattere, 2000 anni dopo. Se non è questo un miracolo, cos'altro potrebbe esserlo? Forse il vero miracolo è la capacità di questa figura di ispirare, provocare e sfidare generazioni di studiosi, credenti e scettici.

In fin dei conti, forse il Gesù "reale" è un po' come il gatto di Schrödinger: esiste e non esiste allo stesso tempo, almeno finché non apriamo la scatola della storia. E chi sa? Forse un giorno qualcuno inventerà una macchina del tempo e potremo finalmente incontrare l'uomo dietro il mito. Fino ad allora, continueremo a dibattere, teorizzare e, occasionalmente, a grattarci la testa di fronte a questo enigma bimillenario.

Alla ricerca di Gesù con pala e piccone: l'archeologia si mette in gioco

Signore e signori, preparatevi a sporcarvi le mani! Dopo aver navigato nel mare tempestoso delle teorie accademiche, è ora di scavare - letteralmente - alla ricerca di prove tangibili dell'esistenza di Gesù. Benvenuti nel mondo dell'archeologia biblica, dove Indiana Jones incontra Gesù Cristo, e non solo il suo bicchiere da cena!

Iniziamo il nostro tour archeologico da Nazareth, la città natale di Gesù secondo i Vangeli. Per molto tempo, gli scettici hanno sostenuto che Nazareth non esistesse nemmeno nel I secolo. Ma nel 2009, Yardenna Alexandre dell'Autorità Israeliana per le Antichità ha fatto una scoperta che ha fatto tremare il mondo archeologico: una casa del I secolo a Nazareth! Immaginate l'emozione: "Ehi, forse Gesù ha preso in prestito una tazza di zucchero qui!" 

Spostiamoci a Cafarnao, il quartier generale di Gesù durante il suo ministero in Galilea. Qui, nel 1968, l'archeologo Virgilio Corbo ha identificato quella che potrebbe essere la casa di Pietro. Non aspettatevi di trovare un'insegna con scritto "Qui visse Simon Pietro", ma i graffiti cristiani e una successiva chiesa costruita sopra l'edificio suggeriscono che questo luogo era speciale per i primi cristiani. Forse Gesù dormiva sul divano di Pietro quando era in città?

Un altro sito intrigante è la Piscina di Bethesda a Gerusalemme, dove Gesù avrebbe guarito un paralitico (Giovanni 5:2-9). Gli scavi condotti negli anni '50 da Conrad Schick e Karl Marti hanno effettivamente rivelato una piscina con cinque portici, proprio come descritto nel Vangelo. È come se Giovanni avesse lasciato delle indicazioni stradali per gli archeologi futuri!

Ma la scoperta che ha fatto più scalpore è probabilmente l'Ossario di Giacomo, emerso nel 2002. Questa scatola di pietra per ossa portava l'iscrizione "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù". Suona promettente, vero? Purtroppo, l'autenticità dell'iscrizione è stata messa in dubbio, scatenando un dibattito più acceso della riunione di una famiglia allargata durante le festività!

Nel 2016, gli archeologi hanno fatto una scoperta entusiasmante a Magdala, la città di Maria Maddalena. Hanno portato alla luce una sinagoga del I secolo, completa di una pietra scolpita che rappresenta il Secondo Tempio di Gerusalemme. Potrebbe Gesù aver predicato qui? O forse ha solo lasciato una recensione negativa su TripAdvisor del I secolo?

Non possiamo parlare di archeologia biblica senza menzionare il famigerato Sudario di Torino. Anche se tecnicamente non è una scoperta archeologica, questo pezzo di stoffa ha fatto impazzire scienziati e credenti per secoli. Le datazioni al carbonio-14 del 1988 lo collocano nel Medioevo, ma i dibattiti continuano, e forse non cesseranno mai.

E che dire della "Tomba della Famiglia di Gesù", scoperta nel 1980 da Amos Kloner? Questa tomba conteneva ossari con nomi come Gesù, Maria e Giuseppe. Suona come un jackpot biblico, vero? Purtroppo, questi erano nomi comuni all'epoca, un po' come trovare una tomba oggi con "Mario, Maria e Luca". Non esattamente una prova schiacciante.

Nel 2009, l'archeologo Ken Dark ha suggerito di aver trovato la casa d'infanzia di Gesù a Nazareth. La sua teoria si basa su descrizioni del VII secolo e alcune prove archeologiche, ma niente di così eclatante da far urlare: "Miracolo!"

Infine, non possiamo dimenticare il "Vangelo della Moglie di Gesù", un frammento di papiro presentato nel 2012 da Karen King dell'Università di Harvard. Questo testo, che menzionava la "moglie" di Gesù, ha fatto più scalpore di una gaffe di John Biden. Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), si è rivelato un falso moderno, un promemoria che non tutto ciò che luccica è oro... o papiro antico! 

In conclusione, mentre l'archeologia non può "provare" l'esistenza di Gesù, ha certamente fornito contesto e corroborazione per molti dettagli dei racconti evangelici. È come mettere insieme un puzzle con pezzi mancanti: non vediamo l'intera immagine, ma possiamo farcene un'idea. 

La biografia più venduta di tutti i tempi: Gesù secondo i "Fantastici Quattro"

Ma ora, ecco il racconto più influente della storia occidentale! Stiamo per immergerci nella vita di Gesù secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni - i quattro autori che hanno trasformato la biografia in un fenomeno globale prima ancora che esistesse il New York Times Bestseller List.

La nostra storia inizia con un concepimento a dir poco insolito. Maria, una giovane ragazza di Nazareth, riceve la visita di un angelo che le annuncia che sta per diventare madre del figlio di Dio. Immaginate la scena: "Ciao Maria, piena di grazia... oh, e a proposito, stai per diventare la madre del Messia!" Maria, dimostrando un sangue freddo invidiabile, risponde essenzialmente con un "Ok, ci sto!" Giuseppe, il fidanzato di Maria, inizialmente pensa di essere stato friendzonato in modo spettacolare, ma dopo un sogno rivelatore, decide di stare al gioco. È come se Dio gli avesse mandato un messaggio divino su WhatsApp: "Ehi Giuseppe, tutto a posto, sono io, non preoccuparti!"

Poi arriva il momento della nascita. A causa di un censimento imperiale (perché l'amministrazione romana adorava la burocrazia), la coppia si trova a Betlemme senza un posto dove stare. Finiscono in una stalla, dove Gesù nasce circondato da animali.

I primi anni di Gesù sono un po' nebulosi. I Vangeli fanno un salto temporale degno di "Lost", passando dalla sua infanzia direttamente alla sua età adulta. C'è solo un episodio di Gesù dodicenne che discute con i dottori del tempio, dimostrando di essere il tipo di ragazzino che alza sempre la mano in classe, e che probabilmente tutti detestano.

A circa 30 anni, Gesù decide di iniziare il suo ministero pubblico. Prima, però, fa un pit stop da suo cugino Giovanni il Battista per farsi battezzare. Durante il battesimo, lo Spirito Santo scende su di lui sotto forma di colomba. È come se il cielo stesse dicendo: "Questo è il mio influencer preferito!"

Dopo 40 giorni nel deserto (dove resiste alle tentazioni di Satana con più fermezza di quanto la maggior parte di noi resista a una teglia di tiramisù), Gesù inizia a predicare, insegnare e fare miracoli: trasforma l'acqua in vino a una festa di matrimonio (guadagnandosi sicuramente l'invito a tutti i matrimoni successivi), cammina sull'acqua (facendo sembrare i surfisti dei dilettanti), moltiplica pani e pesci (anticipando di 2000 anni il concetto di all- you-can-eat). Il suo insegnamento è rivoluzionario. Ama i tuoi nemici? Porgi l'altra guancia? Beati i poveri in spirito? Gesù sta capovolgendo le aspettative più velocemente di quanto un illusionista possa tirare fuori un coniglio dal cilindro. Naturalmente, non tutti sono fan del suo nuovo approccio. I leader religiosi dell'epoca lo vedono come una minaccia al loro potere secolare. È come se Gesù fosse l'ultima app rivoluzionaria e loro fossero ancora attaccati ai loro flip phone a conchiglia.

La tensione raggiunge il culmine durante l'ultima settimana della vita di Gesù: entra a Gerusalemme su un asino, mentre la folla lo acclama. Poi, rovescia i tavoli dei cambiavalute nel tempio, dimostrando che anche il "Principe della Pace" può avere i suoi momenti di rabbia giustificata. Infine, arriviamo all'Ultima Cena, dove Gesù trasforma un semplice pasto in un rituale che sarà ripetuto per millenni. Dopo la cena, Gesù viene arrestato, processato in quello che può essere descritto solo come un circo giudiziario, e condannato a morte per crocifissione. Muore sulla croce, pronunciando le famose parole: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" - probabilmente il più grande esempio di perdono nella storia, considerando le circostanze. Ma aspettate! La storia non finisce qui: tre giorni dopo, le donne che vanno alla tomba la trovano vuota. Poi, Gesù appare ai suoi discepoli, dimostrando che la morte non è riuscita a trattenerlo più a lungo di quanto una corda ben stretta trattenga Houdini. Infine, dopo 40 giorni di apparizioni post-resurrezione, Gesù ascende al cielo, lasciando i suoi seguaci con la missione di diffondere il suo messaggio in tutto il mondo.

E così finisce (o inizia, a seconda di come la si veda) la storia più influente mai raccontata. Un racconto che ha ispirato arte, musica, letteratura, e sì, anche un sacco di controversie, per gli ultimi duemila anni. Non male per un falegname di Nazareth, eh! 

I Lati Oscuri del Messia: Quando Gesù non era proprio un angioletto

Ma ora, intraprendiamo una breve deviazione verso i passi più controversi e bizzarri dei vangeli, sia canonici che apocrifi. Preparatevi a vedere Gesù sotto una luce che farebbe alzare più di un sopracciglio ai fedeli della domenica mattina!

Il Gesù arrabbiato

Iniziamo con un classico dei vangeli canonici: Gesù che caccia i mercanti dal tempio. Immaginate la scena: Gesù entra nel tempio, vede i cambiavalute e i venditori di animali, e invece di tenere un sermone pacifico, decide di trasformarsi in una versione biblica di Hulk che spacca. Rovescia tavoli, sparge monete ovunque e si fa una frusta di corde per scacciare tutti. È come se fosse entrato in modalità "Mamma arrabbiata che ha appena dato lo straccio". Ma la sua ira non si ferma qui. In Marco 11:12-14, Gesù maledice un fico perché non ha frutti... fuori stagione. È come maledire un gelataio per non avere gelato a gennaio. Il povero albero si secca il giorno dopo. Lezione appresa: non far arrabbiare Gesù quando ha fame.

Il Gesù dispettoso

Passiamo ora ai vangeli apocrifi, dove le cose si fanno davvero interessanti. Nel "Vangelo dell'Infanzia" di Tommaso, troviamo un Gesù bambino che sembra più un piccolo bullo con superpoteri che il futuro Salvatore.

In un episodio, il piccolo Gesù sta giocando, e crea 12 passeri dall'argilla. Quando un adulto lo rimprovera per aver lavorato di sabato (il giorno del riposo), Gesù batte le mani e i passeri prendono vita e volano via. È come dire: "Vedi? Non era lavoro, era magia, e tu fatti i cavoli tuoi!"

In un altro episodio ancora più inquietante, un bambino urta accidentalmente Gesù mentre corre. La reazione? "Non andrai oltre sulla tua strada". Il bambino cade morto sul posto. È come se Gesù fosse una versione antica di "Omen, il presagio".

Il Gesù bevitore

Torniamo ai vangeli canonici per un momento. Ricordate il miracolo delle nozze di Cana, dove Gesù trasforma l'acqua in vino? Bene, non si tratta di un paio di bottiglie per brindare. Giovanni 2:6-10 ci dice che Gesù produce tra i 450 e i 680 litri di vino! È come se avesse trasformato la festa di matrimonio nell'Oktoberfest. Questo miracolo, unito al fatto che Gesù viene accusato di essere un "mangione e un beone" in Matteo 11:19, ha portato alcuni a pensare che forse apprezzasse una buona bevuta più di quanto la scuola domenicale ci abbia fatto credere.

Il Gesù esorcista

In Marco 5:1-20, Gesù incontra un uomo posseduto da molti demoni che si fanno chiamare "Legione". Quando Lui li esorcizza, i demoni chiedono di essere trasferiti in un branco di maiali nelle vicinanze. Gesù acconsente, e i 2000 maiali si gettano giù da un dirupo annegando nel mare. Da un lato, l'uomo è guarito, dall'altro, immaginate di essere il povero allevatore di maiali che vede tutto il suo gregge suicidarsi in massa. È come se Gesù avesse risolto un problema creandone un altro molto più grande per qualcun altro.

Il Gesù alieno

Passiamo ora a un territorio davvero bizzarro con alcuni vangeli gnostici. Nel "Secondo Trattato del Grande Seth", Gesù afferma di venire da un altro regno e di non avere un corpo fisico. È essenzialmente descritto come una specie di alieno spirituale che ha preso in prestito il corpo di un uomo di nome Gesù per un po'. Immaginate la scena: "Ciao, sono Gesù, ma non proprio Gesù. Sono più come un avatar spirituale da un'altra dimensione".

Il Gesù gemello

Nel "Vangelo di Tommaso" (non quello dell'infanzia), Gesù dice a Tommaso: "Io non sono il tuo maestro. Perché hai bevuto,ti sei inebriato alla fonte zampillante che io ho diffuso". Poi aggiunge che Tommaso e lui sono come gemelli. È come se Gesù stesse dicendo: "Ehi, siamo tutti divini qui. Io sono solo quello che l'ha capito per primo". Immaginate se questo fosse stato incluso nella Bibbia canonica, ora avremmo potuto avere "Gesù e Tommaso: I Gemelli Divini" come spin-off!

Il Gesù misogino

Concludiamo con un passaggio controverso, sempre dal "Vangelo di Tommaso". Simon Pietro dice a Gesù di mandare via Maria Maddalena perché "le donne non sono degne della vita". La risposta di Gesù? Dice che guiderà Maria per renderla maschio, "così che anche lei possa diventare uno spirito vivente che assomiglia a voi maschi". È come se Gesù stesse dicendo: "Tranquillo Pietro, la trasformeremo in un uomo e tutto andrà bene". Non proprio il messaggio di uguaglianza che ci si aspetterebbe dal Figlio di Dio, vero?

In conclusione, questi passi controversi ci mostrano un lato di Gesù che raramente viene discusso in chiesa. Da bambino dispettoso a esorcista e massacratore di maiali, da bevitore ad alieno, questi racconti dipingono un ritratto molto più complesso e, francamente, più interessante del Messia rispetto all'immagine convenzionale del gentile pastore di anime.

Gesù: Il partigiano di Nazareth

Ora, caliamoci nella Palestina del I secolo d.C.: una terra occupata, oppressa da un impero straniero, con una popolazione locale che anela alla libertà. In questo contesto, emerge un giovane carismatico di Nazareth. Ma era Gesù davvero solo un predicatore pacifico, o anche un rivoluzionario che combatteva per la sua gente?

Il Contesto Storico

La Giudea del I secolo era come un adolescente ribelle sotto il controllo di un genitore severo: l'Impero Romano. I romani, noti per la loro "delicatezza" nel trattare i popoli conquistati, avevano trasformato la regione in una polveriera pronta a esplodere. In questo clima teso, diversi gruppi di resistenza erano attivi, tra cui i famosi Zeloti, che facevano sembrare pacifisti persino i gruppi di suprematisti bianchi.

Gesù: Il Che Guevara della Galilea?

Alcuni studiosi suggeriscono che Gesù potrebbe essere stato più vicino a un leader rivoluzionario che a un pacifista hippie ante litteram. Ecco alcuni indizi che alimentano questa teoria:

Il soprannome sospetto

Uno dei discepoli di Gesù, Simone, era noto come "lo Zelota" (Luca 6:15). Che sia stato solo un caso o Gesù reclutava attivamente rivoluzionari, è un indizio accattivante.

L'ingresso trionfale

L'entrata di Gesù a Gerusalemme su un asino (Matteo 21:1- 11) non era solo un gesto di umiltà, ma un'azione carica di simbolismo politico. Era come se avesse sventolato una bandiera di rivolta sotto il naso dei romani.

La cacciata dei mercanti

Rovesciare i tavoli dei cambiavalute nel tempio (Matteo 21:12-13) non era esattamente un'azione da pacifista. Era più simile a un sit-in di protesta, solo con meno "sit" e più "in".

Le parabole sovversive

Molte parabole di Gesù criticavano implicitamente le strutture di potere esistenti. La parabola del buon samaritano (Luca 10:25- 37) era praticamente una propaganda anti-establishment.

La crocifissione

I romani non crocifiggevano le persone perché queste predicavano l'amore e la pace. La crocifissione era riservata ai nemici politici dello stato, e Gesù deve aver fatto qualcosa per far arrabbiare seriamente le autorità.

Fonti e studiosi (seri) che supportano questa teoria

S.G.F. Brandon, "JesusandtheZealots"(1967): Brandon sostiene che Gesù fosse politicamente allineato con gli Zeloti, ma che i suoi seguaci post-resurrezione abbiano "depoliticizzato" il suo messaggio per evitare conflitti con Roma.

Reza Aslan, "Zealot: The Life and Times of Jesus of Nazareth" (2013): Aslan dipinge Gesù come un rivoluzionario ebreo nazionalista, enfatizzando il contesto politico turbolento della Palestina del I secolo.

Hyam Maccoby, "RevolutioninJudaea"(1973): Maccoby argomenta che Gesù era un fariseo radicale che cercava di liberare la Giudea dal dominio romano.

John Dominic Crossan, "The Historical Jesus" (1991): Sebbene non descriva Gesù come un rivoluzionario violento, Crossan sottolinea la natura politicamente sovversiva del suo messaggio.

Conclusione: Gesù, il Messia multitasking

Allora, Gesù era un partigiano che combatteva per la sua gente? La risposta, come spesso accade nella storia, è complicata. Forse Gesù era un po' come uno di quei coltellini svizzeri multifunzione: predicatore, guaritore, rivoluzionario e, occasionalmente, mago, illusionista e prestidigitatore. Ciò che è certo è che il suo messaggio era sufficientemente sovversivo da preoccupare le autorità romane, e sufficientemente potente da ispirare un movimento globale. Che fosse un pacifista radicale o un rivoluzionario non violento, Gesù certamente sapeva come agitare, indispettire, e scuotere il sistema.

Maurizio Potenza


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