Cannibal Holocaust (1980, Ruggero Deodato)

Data di uscita: 7 febbraio 1980 (Italia)

Regista: Ruggero Deodato

Sequel: Inferno in diretta

Budget: 100.000 USD

Anno: 1980

Casa di produzione: F.D. Cinematografica

Con Robert Kerman, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Salvatore Basile, Paolo Paoloni 


Descrizione

L'Amazzonia si trasforma in un teatro macabro dove una troupe di documentaristi occidentali recita l'ultimo atto della propria hybris. La giungla non è un sipario di verde lussureggiante, ma una tavolozza rosso sangue, nero pece e giallo bile che dipinge un affresco di orrori primordiali.

Quando la spedizione svanisce nelle viscere della foresta, un antropologo recupera bobine di pellicola che raccontano una verità più devastante di qualsiasi leggenda indigena: i "civilizzati" si sono rivelati più feroci dei presunti selvaggi. La cinepresa diventa testimone di una discesa nell'abisso della natura umana, dove la violenza esplode come linfa velenosa da un fiore carnivoro.

Il found footage, pionieristico per l'epoca, presenta una fotografia grezza e viscerale, più cruda di carne putrefatta al sole tropicale. La troupe, divorata dalla propria arroganza prima ancora che dai cannibali, serve da exemplum di un karma che cucina le sue vendette a fuoco lento.

Lo scandalo divampa come un incendio nella stagione secca. Deodato viene arrestato, costretto a dimostrare che i suoi attori sono ancora tra i vivi, mentre la censura si contorce come un serpente ferito e il pubblico oscilla tra disgusto e fascino proibito.

La pellicola si erge come monumento controverso alla capacità del cinema di oltrepassare ogni limite etico, suggerendo che non tutto ciò che può essere catturato dall'obiettivo meriti di essere mostrato.

Giudizio critico

Cannibal Holocaust rappresenta un punto di non ritorno nella storia del cinema exploitation. Deodato crea un'opera che trascende il suo stesso genere, diventando una riflessione inquietante sul voyeurismo mediatico e sulla sottile linea tra documentazione e spettacolarizzazione dell'orrore. Il film anticipa tecniche narrative che sarebbero diventate mainstream decenni dopo, pur pagando il prezzo di una violenza così estrema da oscurare spesso il suo messaggio più profondo. La sua influenza sul cinema horror moderno è innegabile, ma resta un'opera che sfida ancora oggi i limiti della rappresentabilità cinematografica.

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