
BLACK MIRROR STAGIONE 7 (2025)
Data di uscita: 10 aprile 2025 (distribuzione globale su Netflix)
Genere: Fantascienza, Drammatico, Psicologico, Antologico
Regia: Toby Haynes, Ally Pankiw, Haolu Wang, David Slade, Chris Barrett, Luke Taylor
Attori principali: Rashida Jones, Chris O'Dowd, Siena Kelly, Rosy McEwen, Issa Rae, Emma Corrin, Awkwafina, Peter Capaldi, Will Poulter, Paul Giamatti, Cristin Milioti, Jimmi Simpson
Durata: 1 stagione, 6 episodi (45 - 88 minuti ciascuno)
Sceneggiatura: Charlie Brooker (ideatore e autore principale), con contributi di Bisha K. Ali, Ella Road, William Bridges, Bekka Bowling
Fotografia: Aaron Morton, Ole Bratt Birkeland, James Friend, Laurie Rose
Montaggio: Tony Kearns, Tim Murrell, Julian Rodd
Produzione: Charlie Brooker, Annabel Jones, Jessica Rhoades
Produzione esecutiva: Broke and Bones, Endemol Shine UK
Black Mirror è tornato. Dal suo esordio nel 2011, la creatura di Charlie Brooker ha rappresentato uno degli sforzi più acuti e provocatori della serialità contemporanea nel riflettere il rapporto fra uomo e tecnologia. Ma oggi, nel 2025, il contesto è mutato radicalmente. La tecnologia non è più un'ombra incombente alle porte del domani, ma una presenza quotidiana, intima, quasi banale. Eppure, proprio in questo scenario in cui la fantascienza ha perso la sua distanza, Black Mirror conserva una voce distinta e necessaria.
La settima stagione, disponibile su Netflix dal 10 aprile, non ambisce più a predire: si limita a osservare. Non esplora futuri remoti, ma si insinua nelle crepe del presente, negli interstizi del quotidiano, lì dove la moralità dell'individuo si misura con l'invadenza dell'algoritmo, con la fluidità della memoria, con la fragilità delle emozioni.
Questi sei nuovi episodi abbandonano in parte la spettacolarità delle distopie più classiche per concentrarsi su una dimensione più intima, quasi teatrale. L'interesse si sposta dall'invenzione tecnologica alla risposta emotiva. Non si tratta più di cosa può fare la macchina, ma di cosa resta dell'essere umano. E in questo cambio di prospettiva, la serie trova nuova linfa.
Gente Comune (Common People)
Il capitalismo dell'abbonamento, che già oggi trasforma beni essenziali in servizi premium, viene portato alle estreme conseguenze. Una storia d'amore e di disperazione, dove la tecnologia diventa ricatto, e la salvezza un contratto soggetto a scadenza. Rashida Jones è intensa, ma è Chris O'Dowd a offrire una prova attoriale di rara autenticità.
Bestia Nera (Bête Noire)
Un racconto sul bullismo, sulla vendetta sociale, sul desiderio di riscatto che si intreccia con il trauma e la manipolazione della percezione. L'episodio si muove con ambiguità morale, senza offrire facili redenzioni, restituendo un senso di inquietudine duraturo.
Hotel Reverie
Forse il vertice estetico della stagione. Una riflessione sulla nostalgia, sull'identità e sull'autenticità del sentimento, ambientata in un universo cinematografico simulato. L'amore, qui, è una sceneggiatura recitata da intelligenze artificiali ignare della loro finzione. Un omaggio sofisticato all'epoca d'oro di Hollywood e, insieme, una meditazione sull'illusione come condizione dell'esistenza.
Come un giocattolo (Plaything)
L'episodio più debole dal punto di vista narrativo, ma riscattato da un'interpretazione eccentrica e carismatica di Peter Capaldi. Il gioco, ambientato negli anni '90, diventa metafora della creazione digitale e della responsabilità che abbiamo nei confronti delle nostre "creature". Un'eco lontana di Frankenstein, rivisitato in chiave postmoderna.
Eulogy
La malinconia del ricordo, la costruzione soggettiva della memoria, l'illusione confortante che ci permette di sopravvivere alle perdite. Paul Giamatti regala una performance toccante, in un episodio che, più che sulla tecnologia, riflette sul bisogno umano di rinarrare il proprio passato per dargli un senso.
USS Callister: Into Infinity
Il primo vero sequel nella storia della serie. Rivediamo il cast originale, in una narrazione che espande l'universo virtuale originario con spunti filosofici degni della miglior science fiction classica. La domanda che attraversa l'episodio riguarda l'identità e la possibilità del cambiamento. Si consiglia la visione dell'episodio della quarta stagione per cogliere appieno la profondità del racconto.
Conclusione
Black Mirror 7 è una stagione che rifugge la tentazione del sensazionalismo per abbracciare una sensibilità più matura, più umana. Lontano dal clamore delle prime stagioni, si muove con grazia nel terreno ambiguo delle emozioni, restituendo una riflessione sull'anima più che sulla macchina. Potremmo dire che oggi, più che fantascienza, Black Mirror sia diventato un teatro morale, una serie di parabole moderne sulla condizione umana nell'epoca della connessione totale.
Se la fantascienza, come insegnava Ray Bradbury, è una lente per guardare meglio il presente, allora questa stagione di Black Mirror merita attenzione non per ciò che immagina, ma per ciò che rivela. La distopia è già qui, ma siamo ancora in tempo per interrogarci su chi siamo, e su cosa vogliamo diventare.

Sasha Bazzov