Adolescence

  • Data di uscita: 13 marzo 2025 (Netflix)
  • Genere: Drammatico, Poliziesco, Thriller, Giallo
  • Regia: Philip Barantini
  • Sceneggiatura: Jack Thorne, Stephen Graham
  • Attori principali: Stephen Graham, Owen Cooper, Ashley Walters, Erin Doherty, Faye Marsay, Christine Tremarco, Mark Stanley, Kaine Davis, Jo Hartley, Amélie Pease, Austin Haynes, Lil Charva, Elodie Grace Walker
  • Durata: 4 episodi (50-65 minuti ciascuno)
  • Fotografia: Matthew Lewis
  • Montaggio: Girato in piano sequenza senza tagli tradizionali
  • Produzione: Warp Films, It's All Made Up Productions, Matriarch Productions, Plan B Entertainment, One Shoe Films
  • Adolescence: Un viaggio cinematografico nell'incomprensibile mondo degli adolescenti

    L'adolescenza è una terra straniera. Abbiamo tutti abitato quel luogo mutevole, eppure, da adulti, ne conserviamo solo ricordi sfocati, impressioni frammentarie. È un'età in cui il corpo si trasforma in un campo di battaglia e la mente si affolla di domande senza risposta. Adolescence, la nuova miniserie britannica disponibile su Netflix, traduce questa sensazione di spaesamento in un'esperienza visiva immersiva e disturbante, grazie a una scelta stilistica audace: ogni episodio è un unico, ininterrotto piano sequenza.

    Il racconto di un delitto e di un'età di transizione

    La serie, ideata da Jack Thorne e Stephen Graham, si apre con un'irruzione della polizia nella casa della famiglia Miller. Jamie, tredici anni, viene arrestato con l'accusa di aver ucciso una compagna di scuola, Katie Leonard. Da qui, il racconto si muove su più livelli: da un lato, la cronaca dell'indagine e delle conseguenze che l'accusa ha sulla famiglia di Jamie; dall'altro, un'indagine più profonda sulla psiche adolescenziale, sulle insidie della manosphere e della cultura incel, e sulla cecità degli adulti di fronte ai mondi digitali in cui i figli si formano e si deformano.

    Nonostante l'impianto narrativo sembri ricalcare il modello del crime drama, Adolescence non cerca colpi di scena né svolte impreviste. La sua forza non risiede nel mistero, ma nella crudezza con cui esplora il vuoto emotivo e sociale in cui si muovono i protagonisti. Jamie non è un mostro, ma nemmeno un innocente. È un adolescente, e come tale è insondabile, persino per se stesso.

    A rendere il tutto ancora più inquietante è il fatto che Adolescence trae ispirazione da una vicenda reale. Gli autori hanno dichiarato di essersi basati su una serie di crimini giovanili avvenuti nel Regno Unito, in particolare l'omicidio di Ava White, una dodicenne accoltellata nel 2021 a Liverpool da un coetaneo. Questo tragico evento ha acceso un dibattito nazionale sulla violenza minorile, sulle influenze tossiche dei social network e sulla facilità con cui certi comportamenti possono degenerare in atti estremi. Adolescence non è una cronaca diretta di quel caso, ma ne raccoglie l'essenza e la trasforma in un racconto universale.

    Chi sono gli incel e cos'è la manosphere?

    Uno dei temi più complessi affrontati dalla serie è il mondo degli incel e della manosphere.

    Il termine incel è l'abbreviazione di involuntary celibates (celibi involontari). Si tratta di una sottocultura online formata da uomini che si percepiscono esclusi da relazioni romantiche e sessuali. Invece di attribuire questa difficoltà a fattori personali, molti incel incolpano le donne, accusandole di essere attratte solo da una piccola élite di uomini attraenti e di ignorare il resto della popolazione maschile. Questo atteggiamento porta spesso a un'escalation di misoginia e odio, con alcuni individui che giustificano e persino celebrano atti di violenza contro le donne.

    La manosphere, invece, è un termine più ampio che include vari movimenti online accomunati da un'idea distorta della mascolinità. Comprende gli incel, ma anche i Men's Rights Activists (attivisti per i diritti degli uomini, che spesso vedono il femminismo come una minaccia), i sedicenti esperti di pick-up art (tecniche per sedurre le donne ridotte a oggetti di conquista), e varie correnti dell'alt-right, l'estrema destra americana.

    In Adolescence, Jamie viene definito un incel dalla stessa Katie, la ragazza che finirà per essere la sua vittima. Questo non significa che lui si riconosca esplicitamente in questa ideologia, ma la serie mostra come certe insicurezze adolescenziali possano trasformarsi in rancore, soprattutto in un mondo digitale che alimenta la frustrazione e la radicalizzazione.

    Un unico sguardo, un unico respiro: la sfida del piano sequenza

    Ciò che distingue Adolescence da qualsiasi altra serie televisiva è la sua radicale scelta cinematografica: ogni episodio è girato in un unico piano sequenza.

    Per chi non fosse familiare con il termine, un piano sequenza è una ripresa ininterrotta che segue i personaggi senza stacchi di montaggio. Questo significa che la telecamera si muove in maniera fluida attraverso gli ambienti, mantenendo la continuità dell'azione in tempo reale. È una tecnica che richiede una pianificazione estrema e un elevato livello di coordinazione tra attori, operatori e regista.

    Negli ultimi anni, il piano sequenza è stato portato al massimo livello in film come Birdman di Alejandro González Iñárritu e 1917 di Sam Mendes, dove l'illusione di un'unica ripresa immerge lo spettatore nell'azione senza soluzione di continuità. Tuttavia, il cinema ha sperimentato spesso con questa tecnica, con risultati sorprendenti. Alfred Hitchcock, nel suo Nodo alla gola (Rope, 1948), tentò di girare un intero film in pochi lunghissimi piani sequenza, mascherando i cambi di rullo con tagli invisibili per dare l'illusione di un'unica ripresa. Orson Welles, in L'infernale Quinlan (Touch of Evil, 1958), aprì il film con un piano sequenza di straordinaria tensione, dimostrando come questa tecnica possa trasformarsi in puro linguaggio cinematografico.

    In Adolescence, il piano sequenza non è solo una scelta estetica, ma una necessità narrativa. Un omicidio non è mai un evento isolato, e questa tecnica ci costringe a viverne le conseguenze senza interruzioni, senza la possibilità di distaccarci emotivamente. Ogni episodio è stato girato dieci volte, con due sessioni al giorno, per ottenere la ripresa perfetta. Il regista Philip Barantini e il direttore della fotografia Matthew Lewis hanno orchestrato ogni movimento con precisione chirurgica, trasformando la serie in un'esperienza immersiva e claustrofobica.

    Un'esperienza visiva e concettuale potente

    Dal punto di vista narrativo, Adolescence non è una serie che sorprende. Non ci sono rivelazioni inaspettate o svolte drammatiche. Ma non è a questo che aspira. Il suo valore risiede nella capacità di trasformare il linguaggio cinematografico in un mezzo per esplorare il disagio giovanile, senza filtri, senza sconti.

    La regia immersiva, la recitazione impeccabile (straordinario Owen Cooper nel ruolo di Jamie) e la profondità dei temi trattati rendono questa miniserie un'opera tecnicamente e concettualmente ambiziosa. Non è una visione facile, ma è una visione necessaria.

    Sasha Bazzov


    Informativa privacy Cookie Policy

    link a facebook link a instagram link a youtube